“Lo vogliamo dire agli amici della politica romana: da qui non arriva nessun ultimatum al governo. Arrivano delle idee, le partite Iva non vanno tartassate. Noi diciamo: ma che vi ha fatto di male il ceto medio per essere tartassato da tasse inutili?”. Lo ha detto Matteo Renzi a Firenze nel suo intervento alla decina edizione della Leopolda. La “politica romana” destinataria del messaggio è Giuseppe Conte e tema è quello degli strumenti per la lotta all’evasione fiscale previsti in manovra, che il leader di Italia Viva ha criticato nei giorni scorsi. “Vorrei dire una cosa al presidente del consiglio: la fatturazione elettronica e lo scontrino elettronico sono nati qui alla Leopolda. Conquesti strumenti abbiamo recuperato 15 miliardi“, ha detto Renzi.
Che non affronta il tema del carcere per i grandi evasori, ma sulla stretta contro i piccoli non torna indietro. I piccoli imprenditori, è la sintesi della sua posizione, non devono diventare il bersaglio: “Vogliamo introdurre la patente fiscale a punti, perché non è pensabile che un cittadino debba vivere nell’angoscia del controllo se ha sempre fatto bene”. “Faremo un seminario sui temi della lotta all’evasione fiscale”, ha aggiunto, e “questo lavoro porterà i gruppi parlamentari di Iv nei prossimi giorni a presentare delle proposte sul fisco telematico e sull’innovazione”.
Sul tema delle tasse Italia Viva e il Pd restano distanti: “Evitiamo i balzelli come la sugar tax, l’aumento sulle partite iva. Questo un argomento che ci ha portato a discutere con il Pd. Io non voglio fare polemiche. Il Pd era casa mia ed era casa nostra”, ha detto Renzi. “Ma il punto fondamentale, che ci ha portato a dividere le strade, è che su alcuni temi c’è una distanza. A cominciare dal fatto che in Italia non si può aumentare la pressione fiscale. Senza rabbia”.
E senza rabbia Renzi ha indicato al popolo della Leopolda quello che sarà il suo avversario: Matteo Salvini. “Di fronte al diktat di Salvini dal Papeete potevamo assecondare il suo disegno perverso per mettere le mani sul Quirinale e accettare qualche spruzzatina di novità da qualcuno su liste elettorali – ha premesso l’ex segretario del Pd – Ma il Paese sarebbe finito nelle mani dei sovranisti e saremmo usciti dall’euro. L’alternativa a questo era fare politica,mentre loro chiamano coerenza quel che noi chiamiamo masochismo”. Per questo sui 5 Stelle ho cambiato idea per salvare l’Italia da Salvini e dal salvinismo – ha proseguito l’ex premier -Lo rivendico e non ne ho paura”. “Quello che loro chiamano ‘inciucio di palazzo’ è democrazia parlamentare”, ha chiosato sull’argomento.
Il fastidio traspare quando Renzi parla del cenno dedicato dal leader leghista ai suoi genitori: “Ieri Salvini ha cercato la rissa parlando dei miei genitori dicendo che non sono incensurati, ma chi non è incensurato è Salvini che è stato condannato e non chi in attesa di giudizio come i miei genitori. Pensavo che queste cose me le avrebbe dette in faccia – ha detto ancora Renzi, riferendosi al confronto avuto due sere prima con il leader legista a Porta a Porta – pensavo fosse un Don Rodrigo e invece è un Don Abbondio“.
Salvini, ha spiegato Renzi, voleva eleggere il capo dello Stato. Ma farlo è il dovere della nuova maggioranza: “In questa legislatura scade il mandato del presidente della Repubblica e il presidente della Repubblica continua ad avere un ruolo che è fondamentale. E’ un ruolo chiave. Se rimane questa legislatura in vita il successore di Sergio Mattarella sarà espressione di forze che credono dell’Europa e non stanno in piazza con Casapound. Non è nella disponibilità di nessuno, né del premier che non è in Parlamento, né di leader politici, che non sono in Parlamento, mettere in discussione il dovere che questa legislatura garantisca una maggioranza europeista e non sovranista per eleggere il presidente della Repubblica. Chi ci accusa di staccare la spina si guardi allo specchio”.
Quindi Renzi si è rivolto agli elettori del suo ex partito: a parte alcuni valori e idee comuni, “sul resto saremo competitor del Pd; noi vogliamo fare quel che ha fatto Macron e che certo non ha avuto il consenso dei socialisti francesi. Vogliamo assorbire larga parte di quel consenso , vogliamo arrivare come minimo sindacale in doppia cifra”. “Vogliamo offrire uno spazio a chi non crede nella casa dei sovranisti e non sta in un disegno strutturale di alleanza tra Pd e M5S. Noi non la faremo quella alleanza perché il nostro mondo è diverso, non è casa nostra”.
Ma Renzi si rivolge anche agli elettori del centrodestra: “A San Giovanni ieri è finito un modello culturale di centrodestra, che io non ho mai votato, e Berlusconi non ha mai votato la fiducia a me, ma ha rappresentato per 25 anni un modello che aveva distorsioni, ma ha cercato di rappresentare l’area liberale del Paese”, ha detto il leader di Italia Viva. “Ieri Salvini ha preso le redini, capisco il disagio di dirigenti e militanti di Forza Italia – aggiunge -. A chi crede che c’è spazio per un’area liberale e democratica dico venga a darci una mano. Italia Viva è aperta”.