Il principale timore, oltre all’aggravarsi della crisi umanitaria provocata dalle ostilità e l’aumento di perdite in termini di vite umane, soprattutto civili, è legato alla sorte dei circa 12mila combattenti dello Stato Islamico, tra cui circa 2.500 foreign fighter, detenuti nelle prigioni curde. Alcuni di loro sono riusciti a fuggire sfruttando il caos generato dai bombardamenti, mentre altri potrebbero essere liberati in seguito alle azioni condotte sia dalle cellule dormienti sparse nell’area che dalle milizie siriane filo-turche composte in parte da gruppi jihadisti in cui combattono anche ex miliziani di Daesh.
Mondo
I rischi di un conflitto duraturo - 11/12
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione