Ha cercato di impiccarsi nel reparto psichiatrico dell’ospedale Molinette di Torino, Mohamed Safi, il tunisino 36enne arrestato dopo che, nella notte tra venerdì e ieri, ha cercato di sgozzare con un coccio di bottiglia la fidanzata alla periferia di Torino. Ha provato a usare un camice monouso e alcuni brandelli di garza. È stato soccorso dai sanitari e dagli agenti della polizia penitenziaria. Safi avrebbe tentato il suicidio dopo gli è stata negata una sigaretta.
La vittima dell’aggressione aveva scoperto che Safi con cui aveva una relazione, detenuto che poteva godere di permessi lavorativi, stava scontando una pena per l’omicidio della sua ex compagna. La donna, 43 anni, voleva lasciarlo, glielo ha detto, e nella notte tra sabato e domenica, mentre i due stavano tornando in autobus a casa della donna, è iniziata una violenta lite. Lui ha cercato di colpirla, ma lei indossava una sciarpa che probabilmente le ha salvato la vita. Ha però riportato numerose ferite al volto. Alcuni passanti hanno allertato la polizia, che ha soccorso la donna. Nonostante le gravi condizioni è riuscita a indicare il suo aggressore, che è stato rintracciato e fermato poco distante; gli agenti l’hanno trovato a terra sporco di sangue. Safi era già stato condannato nel 2008 per aver ucciso l’amante dell’epoca a Bergamo.