Prime manovre per il dopo-Rossi. Dem e grillini assicurano: è presto per arrivare a un'intesa, prima parliamo di temi. E qualcosa già si muove proprio sui punti in comune. Con giravolta del Pd sulle strategie di smaltimento dell'immondizia
Le elezioni regionali in Toscana sono ancora lontane ma qualcosa tra Pd e M5s già si muove. E il primo vero fronte su cui i due partiti di governo stanno iniziando a costruire un dialogo è l’ambiente. Con i democratici, che qui governano da settant’anni e sono maggioranza in consiglio regionale, che effettuando un dietrofront contro inceneritori e rigassificatori e a favore dell’economia circolare. In vista del prossimo piano regionale sui rifiuti, la giunta e il gruppo Pd hanno approvato due atti formali che prevedono due grosse novità: il “no” all’inceneritore di Case Passerini (Firenze) e il congelamento dell’impianto di bioraffineria a Stagno (Livorno), annunciato soltanto nella scorsa primavera. Non solo: il prossimo piano regionale sui rifiuti sarà tutto incentrato sull’economia circolare, un tema su cui il Movimento 5 Stelle punta dalla sua fondazione. Ed è per questo che in molti stanno pensando ad un primo approccio tra le due forze di governo anche in Toscana: “Grazie alla nostra pressione il Partito Democratico sta cambiando idea e piani sui rifiuti – esulta a ilfattoquotidiano.it il candidato del M5s alle prossime regionali Giacomo Giannarelli – Il dialogo c’è anche se è ancora presto ma intanto una sintesi sui temi è fondamentale. E l’ambiente per noi è sempre stato uno di questi”. Nell’ultima seduta del consiglio regionale, l’assessore all’Ambiente Federica Fratoni avrebbe dovuto presentare una informativa sul piano dei rifiuti che però è stato ritirato. Una parte del Pd avrebbe fatto ritirare la cosa, proprio su pressione del M5s.
Il nuovo piano sui rifiuti e la svolta sull’economia circolare – La svolta del Pd sui rifiuti a livello regionale ha avuto inizio nella seduta della giunta regionale del 5 luglio scorso quando il presidente Enrico Rossi e l’assessore Fratoni, hanno presentato la “modifica sul piano regionale di gestione dei rifiuti e dei siti inquinanti per la selezione del sistema impiantistico di trattamento dei rifiuti”. Che, tradotto dal burocratese, significa una cosa sola: individuare un’alternativa al termovalorizzatore di Case Passerini, su cui per anni il Pd ha puntato per lo smaltimento dei rifiuti, e indicare “soluzioni diverse da considerare nell’ambito della pianificazione del ciclo dei rifiuti in una logica di economia circolare” come si legge nel documento.
Dopo il superamento del termovalorizzatore di Firenze, l’altra idea sarebbe stata quella di una bioraffineria nella zona industriale di Livorno per bruciare plastica ma la netta opposizione di M5s e Sinistra Italiana ha bloccato tutto con l’approvazione di tre risoluzioni, una di Si, una del Pd e una del M5s che chiedono ulteriori verifiche: i consiglieri Pd in particolare vogliono chiarezza su “compatibilità ambientale, prospettive occupazionali e sull’affidabilità nel lungo periodo della opzione tecnologica da adottare” mentre quelli di Sinistra Italiana (contrari all’opera) pretendono che si chiariscano subito tutti i dettagli “progettuali e realizzativi” dell’impianto. Risultato: tutto bloccato. Tant’è che nell’ultimo consiglio regionale l’assessore Fratoni ha congelato l’informativa sul piano dei rifiuti che prevedeva ancora la bioraffineria: una parte del gruppo Pd infatti ha chiesto alla giunta di ritirare il documento. A pesare sono stati soprattutto quei consiglieri regionali dem che negli ultimi mesi hanno impresso una svolta al Pd sul tema dei rifiuti e dell’economia circolare, ovvero il livornese Francesco Gazzetti e la fiorentina Monia Monni.
Accordo alle viste? Prematuro risponde il grillino Giannarelli, prima vengono i temi. Una posizione simile a quella del Pd: “In consiglio regionale l’alleanza tra Pd, M5S e Sinistra Italiana-Mdp si è delineata diverse volte su molti temi, dall’ambiente, ai diritti alla tutela delle donne – sottolinea Monni a ilfatto.it – Le prime convergenze sono nei fatti: ci sono valori comuni che dobbiamo valorizzare”. L’inizio di un dialogo lo conferma anche il deputato livornese (ex renziano), Andrea Romano, mai stato troppo leggero nei confronti del M5s: “Di nomi per il governatore ne girano tanti ma è ancora troppo presto e qualunque nome verrebbe subito bruciato – spiega – L’importante è aver iniziato a costruire un percorso basato sulle idee comuni: bisogna partire dai temi”.
La giravolta del Pd – In realtà la svolta del Pd in tema di gestione dei rifiuti era stata “spinta” dalla sentenza del Consiglio di Stato del maggio 2018 in cui veniva bocciato il progetto di costruzione dell’inceneritore di Case Passerini dando ragione ai comitati civici e ambientalisti (Wwf, Italia Nostra e Forum Ambientalista) e dei Comuni della Piana fiorentina – a guida centrosinistra – Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio che avevano presentato ricorso. Poi era avvenuta la svolta anche politica: in quei giorni proprio la consigliera Monni, vicecapogruppo Pd in consiglio, aveva presentato due proposte di legge per promuovere “l’economia circolare” e lo “sviluppo sostenibile”. Una giravolta anche rispetto alle posizioni storiche dei renziani: a Firenze infatti l’inceneritore è stato considerato per circa dieci anni (da quando Matteo Renzi era presidente della Provincia) una delle opere strategiche più importanti per le politiche dei rifiuti e il sindaco Dario Nardella è sempre stato favorevole. Ora dovrà vedersela anche con la Regione.