“Renzi alla Leopolda ha detto che ha un disegno: fare quello che ha fatto Macron. Premesso che io non amo particolarmente Macron, che però ha fatto un’operazione politica di successo, ma Renzi è più Mastella che Macron“. Sono le parole dell’europarlamentare di Siamo Europei, Carlo Calenda, ospite de “L’aria che tira”, su La7.
E spiega: “Quella di Macron è stata un’operazione di rottura, costruita sul fatto che quel sistema politico non funzionava più. E ha avuto il coraggio di fare una traversata nel deserto in due anni, andandosene via e seguendo un percorso. Non ha fatto un governo, operando poi una scissione col suo vecchio partito. Non è il percorso di Macron. Quello di Renzi, invece, è un percorso furbesco. A me dispiace, perché, quando ero al governo con Renzi, ci ho lavorato bene – continua – anche se riconosco che non è popolare dirlo. Ma Renzi aveva una carica di rottura all’inizio e dava l’idea di un uomo dotato di coraggio. E vederlo diventare tutto l’opposto, cioè tutto quello che voleva rottamare, è una cosa per me impensabile. Nella vita contano i fatti, non le parole”.
L’ex ministro dello Sviluppo Economico aggiunge: “I fatti sono questi: Renzi sta in un governo coi 5 Stelle e dopo un mese che ci sta dentro, sta cercando di far saltare il presidente del Consiglio. Aveva anche promesso di non fare la scissione del Pd e invece l’ha fatta. Oltretutto ha fatto la scissione, dopo che i suoi ministri avevano giurato. E i suoi ministri, che stanno lì perché ce li ha portati il Pd, ieri alla Leopolda hanno attaccato il Pd, dicendo delle cose assurde. La Bellanova ha detto che nel Pd ci sono delle bande armate. Cavolo, è vero. E la banda armata più feroce di tutte era quella dei renziani“.
Calenda conclude: “Quella dei renziani era una banda con cui non potevi affatto sederti. Quando cercai di organizzare la cena con Renzi e Gentiloni, chi si rifiutò fu Renzi, perché lui parla con Obama. “Io so’ io”, come diceva il marchese del Grillo. E questo atteggiamento è insopportabile, non ha niente a che vedere con un’operazione di rottura e di serietà, che è quello di cui ha bisogno questo Paese”.