E’ iniziato il voto sugli emendamenti al decreto salva-imprese nelle commissioni congiunte Industria e Lavoro del Senato. Nel pomeriggio è arrivato il via libera alle tutele per i rider, con diritti minimi per tutti e un trattamento da lavoratore subordinato per chi svolge l’attività di ciclo-fattorino in modo continuativo. Si punta a chiudere in giornata e da più parti si dà per scontato che in aula il governo metterà la fiducia, visto che il provvedimento va convertito entro il 3 novembre e deve ancora passare alla Camera. Dopo le proteste di 17 senatori del M5s lo scudo penale per l’ex Ilva sarà con ogni probabilità depennato ed eventualmente ripresentato in un decreto ad hoc.

Oggi a Taranto il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti ha ribadito non solo di essere contrario allo scudo ma di ritenere “il modello siderurgico rappresentato da Ilva insostenibile anche dal punto di vista finanziario”. Al contrario Pd, Italia viva e Autonomie con un ordine del giorno al decreto impegnano il governo “a garantire, in tempi rapidi e mediante ogni azione opportuna, la permanenza dell’attività produttiva del complesso siderurgico dell’ex Ilva di Taranto, garantendo altresì, per questa via, la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e di quelli legati all’indotto” e “l’adozione, nel quadro generale anche comunitario di ristrutturazione dei processi industriali, di modalità produttive orientate ad una progressiva decarbonizzazione dell’impianto”. Nel frattempo il senatore Pd Dario Stefano ha riferito di un incontro tra i vertici Mittal e il ministro Stefano Patuanelli, ma fonti Mise hanno smentito.

La maggioranza ha invece trovato l’accordo per la stabilizzazione dei precari dell’Anpal con un doppio canale: l’ingresso diretto a tempo indeterminato per chi ha prestato servizio con un rapporto a termine e un concorso riservato per i collaboratori in forze entro il primo gennaio 2019. L’emendamento, firmato anche dai senatori del Pd Tommaso Nannici e Mauro Laus prevede quindi sostanzialmente la stabilizzazione dell’intero personale precario, anche se per i collaboratori è stata decisa una procedura selettiva.

Per quanto riguarda i rider è sancito il divieto di cottimo, stabilendo che ai lavoratori deve essere garantito un compenso minimo orario collegato ai contratti collettivi. Modificando un articolo del Jobs act, l’emendamento allarga in generale le maglie della subordinazione. Quindi ci sarà un doppio binario: per i ciclofattorini impiegati in maniera continuativa sono previste le tutele del lavoro subordinato mentre per coloro che lavorano in maniera occasionale e discontinua c’è un pacchetto minimo. In particolare sul compenso è scritto che i rider “non possono essere retribuiti in base alle consegne effettuate” e che questi lavoratori devono essere remunerati in base a “un compenso minimo orario parametrato ai minimi tabellari stabiliti dai contratti collettivi nazionali di settori affini o equivalenti” sottoscritti dai sindacati e dalle associazioni imprenditoriali più rappresentative. Ci sono dodici mesi di tempo per adeguarsi alle nuove regole sulla paga minima e tre mesi, sempre dall’entrata in vigore del decreto, per l’applicazione della copertura assicurativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

La modifica però va oltre i rider: interviene in generale sul Jobs act, stabilendo che si applichi la disciplina del rapporto di lavoro subordinato anche ai rapporti di collaborazione continuativa che si concretizzino in prestazioni di lavoro prevalentemente personali. Resta poi il fatto che devono essere organizzate dal committente ma scompare il riferimento ai tempi e al luogo di lavoro. Si tratta certo di aggiustamenti diretti a inglobare le salvaguardie per i rider ma così facendo si oltrepassano i confini di categoria.

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