Impermeabile ed elegante, Fossil Gen 5 è lo smartwatch indicato per chi ama il design degli orologi classici da polso. Offre molte funzioni grazie a microfono e altoparlanti integrati e al sistema operativo Google, peccato per l'autonomia che difficilmente supera la giornata intera.
Chi è interessato agli smartwatch, ma non ama i modelli sportivi, può dare un’occhiata al Fossil Gen 5, il nuovo modello del noto marchio statunitense di orologi da polso. Con schermo circolare e design classico, è un prodotto che nasconde la sua vera natura e veste bene al polso di chi ha un look tradizionale.
Dopo averlo provato approfonditamente, Fossil Gen 5 ci ha convinti. Offre funzioni intelligenti in un design elegante e ricercato. Per contro, è un po’ pesante, quindi non si addice particolarmente agli sportivi. Il prezzo di 299 euro è in linea con altri dispositivi di fascia alta, ed è giustificato dalle molte funzionalità offerte.
Sono da premiare lo schermo, l’impermeabilità fino a 3 atmosfere, l’integrazione con l’assistente vocale Google Assistant, l’altoparlante integrato che consente di effettuare chiamate. Il sistema operativo WearOS dà accesso a tutte le applicazioni presenti nel Play Store, come ad esempio Spotify e Telegram.
Design
Elegante e ricercato, Fossil Gen 5 appare impeccabile dal punto di vista costruttivo. La cassa da 44 millimetri, la ghiera e i pulsanti laterali sono realizzati in acciaio. Quella che abbiamo provato è la versione Julianna HR, con cinturino in acciaio nero. In alternativa c’è Carlyle HR, spiccatamente indirizzato al pubblico maschile. In ogni caso il cinturino da 22 millimetri è intercambiabile e si possono scegliere molte alternative. Diverse personalizzazioni del quadrante aiutano poi a definire il proprio stile personale.
Le dimensioni della cassa non rendono questo prodotto adatto a tutti. Più che altro è poco indicato per i polsi piccoli, come quelli femminili. Poi si fa sentire quando si indossa, per via del peso: durante il lavoro quotidiano di scrittura ci è capitato di toglierlo perché troppo pesante.
I pulsanti sono tre e tutti disposti sul lato destro. Quello centrale serve per tornare alla schermata principale e per muoversi all’interno dei vari menu sfruttando la rotellina; gli altri due sono personalizzabili per dare accesso alle funzioni che interessano di più l’utente.
Lo schermo AMOLED ha una diagonale di 1,28 pollici, è touchscreen e consente una buona visibilità al chiuso. Peccato per il trattamento oleofobico che non è impeccabile: nelle giornate particolarmente soleggiate, all’aperto si ha qualche difficoltà a leggere il contenuto.
Dotazione ed esperienza d’uso
Il processore installato è il Qualcomm Snapdragon Wear 3100, affiancato da 1 Gigabyte di memoria RAM. Per un dispositivo del genere è una dotazione più che sufficiente per l’uso quotidiano e la memorizzazione di applicazioni scaricabili dal Play Store. Non si può dire lo stesso delle prestazioni: nel periodo di prova la navigazione non sempre è stata fluida e reattiva. Abbiamo notato qualche esitazione nell’apertura dei menu: è un ritardo di qualche frazione di secondo che non inficia l’esperienza d’uso, ma è doveroso segnalarlo.
Da lodare la presenza del microfono e dell’altoparlante, che permettono di usare il Fossil Gen 5 per ascoltare musica o per effettuare e ricevere chiamate. Lo smartwarch infatti memorizza la lista Contatti dell’orologio (sincronizzata con lo smartphone) da cui si può avviare una chiamata. La mancanza dell’LTE fa sì che comunque la chiamata debba partire dallo smartphone, anche se poi si può dialogare direttamente dall’orologio. La resa è ottima sia in entrata che in uscita, anche se è da ammettere che non è comodo parlare tramite lo smartwatch.
Si possono inoltre inviare messaggi digitandone il testo, selezionare risposte rapide a quelli ricevuti. Le dimensioni ridotte dello schermo non agevolano la digitazione: meglio usare le risposte rapide e vocali. Sul fronte della connettività troviamo Wi-Fi, Bluetooth 4.1, GPS e NFC per i pagamenti in mobilità tramite Google Pay. I sensori includono battito cardiaco, accelerometro, altimetro, sensore di luce ambientale e giroscopio. Assente il monitoraggio del sonno.
Tutti i dati vengono registrati tutti su Google Fit, e le informazioni sono consultabili direttamente anche dall’orologio. C’è, inoltre, il supporto a Cardiogram, il servizio che sintetizza le informazioni relative alla frequenza cardiaca e monitora la condizione di salute.
Sul fronte dell’autonomia c’è ancora da lavorare. Ci sono quattro modalità di funzionamento che garantiscono diversi livelli di autonomia. “Giornaliera” abilita quasi tutte le funzioni: usandola bisogna ricaricare lo smartwatch ogni notte. “Estesa” attiva solo le funzionalità fondamentali e fa guadagnare qualche ora di autonomia. “Solo ora” mostra solo l’orario, preservando la batteria il più possibile. Si attiva automaticamente quando la batteria scende al di sotto del 10%. Usando la modalità “Personalizzata” si può scegliere la via di mezzo che si reputa migliore.