“Mi fa specie il silenzio di chi dovrebbe esprimere solidarietà sia sul lato politico-sociale, sia ecclesiale. I miei colleghi, a parte un paio, sono assenti o critici”. A parlare è don Massimo Biancalani, parroco che da alcuni anni ha aperto ai migranti le porte della parrocchia di Vicofaro, a Pistoia, anche stendendo sul pavimento di una parte dell’aula liturgica materassi e coperte per chi non ha un posto dove dormire. Per questo motivo, Biancalani è stato spesso oggetto di critiche e polemiche. L’ultimo episodio risale allo scorso fine settimana. Nella notte tra il 12 e il 13 ottobre sono comparsi sul sagrato della chiesa decine di volantini contro il parroco: “Prete f****o razzista. Quanto ci guadagni? Vergognati”. L’operato di Biancalani è stato criticato anche dall’ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con un post su Facebook: “Nella chiesa del parroco anti-leghista dentro i ‘profughi’ e fuori i fedeli. Roba da matti”.
A colpire maggiormente il parroco però non sono gli insulti: “Il Vescovo di Pistoia sostiene di appoggiarmi, però per ora non lo percepisco – dice a Ilfattoquotidiano.it – Mi sarei aspettato, anche in questo ultimo episodio dell’attacco di Salvini, un comunicato della Curia. Ma non c’è stato nulla e questo contribuisce a creare un certo clima. Perché sono convinto che, se il vescovo o qualcuno dell’entourage avesse scritto una parola in appoggio di questa esperienza, tante cose sarebbero cambiate”. Dalla diocesi di Pistoia spiegano di non aver fatto comunicati per non dare ancora più risalto all’episodio: “Quella di Vicofaro è una situazione che il vescovo conosce bene, con don Massimo ci sono stati diversi colloqui, non è una situazione ignota o ignorata. Da parte della Curia non c’è nessuna intenzione di isolarlo. Il Vescovo ha sempre fatto il possibile per venirgli incontro ma senza fare troppa ‘pubblicità’. La scelta è sempre stata quella di operare silenziosamente, senza fare uscite pubbliche. Da parte del Vescovo c’è anche l’intenzione di trovare delle alternative, una situazione più degna, perché non è facile tenere in una canonica tutta quella gente”.
Attualmente sono circa duecento le persone che gravitano intorno alla parrocchia di Vicofaro. Chi per dormire, chi per usufruire degli altri servizi offerti dal parroco e dai molti volontari che, sottolinea Biancalani, “spesso sono laici”. E continua: “L’accoglienza in chiesa è nel nostro dna, perché i ragazzi fin da subito sono stati accolti nei locali parrocchiali. Noi abbiamo aperto le porte. La galleria rialzata è spesso vuota, quindi decisi di aprire quella parte alta della chiesa mettendo anche dei materassi a terra. Da pochi che erano, piano piano sono diventati tantissimi, attualmente alcune decine di persone dormono lì ogni notte, anche italiani senza fissa dimora”.
Molti dei ragazzi accolti da don Massimo sono migranti non più assistiti dalle strutture e dalle cooperative: “Rimangono soli, non sanno dove poter mangiare e dormire”. Ma non è facile far fronte alle molte richieste. Spiega il parroco: “Non abbiamo fondi statali. Abbiamo fatto domanda in Regione Toscana, che per far fronte alle conseguenze dei decreti Salvini ha emesso quelle che si chiamano ‘leggi samaritane’ e quindi mirate a sostenere realtà come la nostra che continuano a lavorare con percorsi di accoglienza e di inserimento sociale”.
Nel testo della legge toscana approvata a luglio e che prevede uno stanziamento di 4 milioni di euro si legge appunto che “la Regione, nella revisione della normativa regionale vigente rispetto alle nuove disposizioni nazionali in materia di protezione internazionale e immigrazione, ribadisce la volontà di assicurare a tutti gli stranieri presenti nel territorio toscano, a prescindere dal titolo di soggiorno, le prestazioni necessarie a garantire il rispetto dei diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona in base alla Costituzione e alle norme internazionali”. Biancalani, che spesso ha pagato le spese dell’accoglienza a Vicofaro di tasca sua, spera di ricevere una parte del fondo: “Si parla di alcune decine di migliaia di euro, considerate che qui tutti i mesi arrivano bollette del gas che sono spaventose, le cucine sono in funzione dalla mattina alla sera”. Tra i migranti accolti dalla parrocchia alcuni soffrono anche di disagio psichico: “Abbiamo quattro o cinque casi di persone con problematiche psichiatriche, dovute anche a quello che hanno subito in Libia e per quanto vissuto in Italia”. Per questo, ad oggi, a Vicofaro esiste anche un equipe di psichiatri, rigorosamente volontari.
Il parroco è determinato ad andare avanti: “Non mi fermano né i volantini né gli attacchi di Salvini. Colpisce tante volte la pletora di commenti che corredano quei post che sono spesso di stampo razzista, xenofobo. Sono messaggi offensivi non solo nei miei confronti, ma anche verso i ragazzi. Il nostro avvocato sta esaminando i commenti e ne abbiamo già individuate alcune decine che andremo a segnalare alle autorità”.