C’è chi dopo la scuola secondaria superiore ha scelto matematica, chi scienze dei beni culturali, chi fisica; c’è chi ha dovuto abbandonare il proprio territorio per andare a studiare al Nord e chi ha puntato in alto iscrivendosi alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Sono i 26 alfieri del lavoro, nominati stamattina alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, presso il Quirinale. Sono i geni italiani, i cervelli che l’Italia non deve farsi fuggire: le medie dei ventisei alfieri vanno da 9,785 a 10 e ventiquattro di loro hanno ottenuto la lode all’esame di Stato. Otto di loro provengono dalle province del Nord; 7 dal Centro e 10 dal Sud Italia. Dei premiati 12 sono donne e 14 sono uomini. Sono i volti migliori del Paese.
Gente come Aurora Abbondanza, classe 2001, di Arenzano, diplomata al liceo scientifico “Lanfranconi di Roma” e da qualche settimana iscritta al corso di fisica a Roma “La Sapienza”. Lei è una di quelle ragazze scelte (14 posti su 158 partecipanti) per essere ammessa al Collegio universitario dei Cavalieri del Lavoro “Lamaro Pozzani”. Stamattina era a ritirare il premio con suo padre: “Nel futuro mi piacerebbe continuare sul percorso universitario e fare ricerca nel campo fisica delle particelle o astrofisica. Il mio sogno è quello di coordinare qualcuno che va nello spazio. Ho appena iniziato l’Università, avrò i primi esami a gennaio ma mi sono già accorta che l’approccio è diverso da quello della scuola”.
Del suo passato da studentessa ha nulla di cui rammaricarsi: “Al liceo scientifico mi son trovata bene, i professori erano preparati, e mi hanno passato il concetto che non c’è mai nulla di scontato. La scuola superiore in Italia è eccellente, riesce a dare una preparazione poliedrica”. Aurora ha invece qualcosa da rimproverare all’Italia: “Si potrebbero fare più investimenti nel campo della ricerca”. Sono le parole di chi sa già che sta per intraprendere un percorso non facile. Intanto Aurora prova a cambiare questo Paese già nel suo piccolo: “Collaboro con il gruppo parrocchiale come animatrice e nella colletta alimentare. Ho svolto settimanalmente un impegno presso un ex ospedale psichiatrico facendo animazione e intrattenimento per le persone ospitate”.
C’è chi, invece, come Anna Accorinti, di Tropea, classe 2000, ha unito la sua passione per lo studio a quella della musica: “Suono il pianoforte da dieci anni”. Al Quirinale si è presentata con la mamma trepidante quanto lei: “È stata una grande emozione poter incontrare personalmente il presidente della Repubblica. Ora dobbiamo testimoniare quanto lo studio e la cultura siano importanti”. Finito l’istituto superiore “Galluppi” della sua città si è iscritta al corso di biotecnologie all’ Università degli Studi di Catanzaro: “Da grande spero di poter dare il mio contributo nell’ambito medico. Il mio progetto non è d’andarmene dall’Italia. Uscire dal Paese è importante ma spero di poter restare in Italia per dare il mio contributo alla mia nazione”. Intanto Anna la sua parte l’ha già fatta andando a votare alle ultime elezioni: “Credo che il voto sia un diritto ma anche un dovere. Ho avuto le idee chiare quando mi son presentata alla cabina elettorale”.
Chi ha già dovuto fare una prima “fuga” dal Sud al Nord è invece Giuseppe Turturici, classe 2001, di Caltabellottta (Agrigento). Stamattina è arrivato da Torino a ritirare il premio: “Ho scelto di trasferirmi in Piemonte per due fattori: la formazione che garantisce il Politecnico e poi perché Torino offre molte più chance rispetto al mio territorio natio. Mi dispiace tantissimo, amo la mia terra, la sostengo il più possibile ma per garantirmi il futuro e garantire un contributo alla nazione mi son dovuto trasferire”. Giuseppe non avrebbe mai voluto lasciare la sua terra: “Al liceo “Fermi” a Sciacca ho trovato l’ambiente giusto per sviluppare le mie passioni, il corpo docente mi ha sempre sostenuto. Ora non ho un sogno nel cassetto ben preciso ma spero di potermi inserire nel mondo dell’impresa”.