L'osservatorio dell'Istituto di previdenza aggiornato all'8 ottobre: la misura coinvolge 2,28 milioni di persone, di cui 1,47 milioni tra Sud e Isole. Da aprile scorso, 39mila nuclei hanno perso il diritto. Il 68% (oltre 645mila) percepisce un importo mensile inferiore a 600 euro e solo l’1% (quasi 5mila) uno superiore a 1.200 euro
Sono 982mila le domande di reddito e pensione di cittadinanza accolte fino all’8 ottobre. Il dato ufficiale arriva dall’osservatorio ufficiale dell’Inps: su un totale di 1,5 milioni di domande presentate, 415mila sono state respinte mentre altre 126mila sono in lavorazione. A beneficiare della misura introdotta dal governo gialloverde da aprile di quest’anno sono in totale 2,28 milioni di persone, di cui 1,47 milioni tra Sud e Isole, oltre a 118mila percettori di pensione di cittadinanza. L’importo medio dell’assegno mensile è pari a 482,36 euro.
Importo che varia in funzione delle componenti del beneficio: il più alto, 613 euro mensili, risulta quello percepito dai nuclei beneficiari del Reddito con a carico un mutuo. Quello più basso, 212 euro, da chi ha una pensione di cittadinanza (per gli over 67) con a carico un affitto. Tra i beneficiari del reddito, il 68% (oltre 645mila) percepisce un importo mensile inferiore a 600 euro e solo l’1% (quasi 5mila) un importo mensile superiore a 1.200 euro. Il dato è riportato sempre nelle tabelle dell’Inps, dalle quali emerge anche che il 21% dei nuclei (oltre 197mila) resta sotto i 200 euro mensili. Tra i mille e 1.200 euro il 3,5% (quasi 33 mila nuclei).
Da aprile scorso, 39mila nuclei hanno perso il diritto di percepire il reddito o la pensione di cittadinanza. Il report dell’Istituto di previdenza spiega quali sono i motivi: rinuncia del beneficiario (5% dei nuclei), variazione della situazione reddituale del nucleo (10%), variazione della composizione del nucleo ad eccezione di nascita e morte (37%) e infine variazione congiunta della composizione e della situazione economica del nucleo (48%). Dunque, del totale di 982mila domande accolte, 943mila sono i nuclei restanti: nello specifico sono costituiti per 825mila da percettori di reddito di cittadinanza, con appunto 2,28 milioni di persone coinvolte. Sono invece 118mila i beneficiari di pensione di cittadinanza, con 134mila persone coinvolte.
L’importo medio varia sensibilmente, viste le modalità di calcolo della misura, per numero di componenti il nucleo familiare, passando da un minimo di 382 euro, per i nuclei monocomponenti, ad un massimo di 618 euro, per i nuclei con cinque componenti. I nuclei con minori sono 340mila: essi rappresentano il 36% dei nuclei beneficiari e coprono il 58% delle persone interessate. La classe modale dei nuclei con minori è quella con quattro componenti che rappresenta il 32% del totale. I nuclei con disabili sono 199mila e rappresentano il 21% dei nuclei beneficiari, coprendo il 21% delle persone interessate. La classe modale dei nuclei con disabili è quella con un solo componente, che rappresenta il 37% del totale.
Le regioni del Sud e delle Isole, con 849mila nuclei (56%), detengono il primato delle domande pervenute, seguite dalle regioni del Nord, con 425mila nuclei (28%), e da quelle del Centro con 249mila nuclei (16%). Nel 90% dei casi il redditto di cittadinanza risulta erogato ad un italiano, nel 6% ad un cittadino extra-comunitario in possesso di un permesso di soggiorno, nel 3% ad un cittadino europeo ed infine nell’1% a familiari dei casi precedenti.