Niente forza pubblica per liberare lo storico locale nel centro della Capitale, che rischia di chiudere per il mancato accordo con il proprietario delle mura, l’ospedale Israelitico
È stato rinviato alla fine del gennaio 2020 lo stratto dello storico Caffè Greco, in via dei Condotti a Roma. Niente forza pubblica, dunque, per liberare lo storico locale nel centro della Capitale, che rischia di chiudere per il mancato accordo con il proprietario delle mura, l’ospedale Israelitico.
“Stamattina abbiamo ricevuto un atto giudiziario che conferma la fissazione dell’udienza il 14 novembre prossimo e obbliga le parti, sia il proprietario delle mura che quello dell’attività dello storico locale di via dei Condotti ad arrivare ad un incontro per la tutela del Caffè Greco” ha spiegato l’avvocato Nicola Paglietti, legale dei titolari. “Possiamo ringraziare per la presenza il maestro Andrea Morricone, che ha anche allietato i presenti con le sue musiche, il senatore Zanda, tesoriere del Pd, e i senatori Cicchitto e Gasparri. Si è ottenuto un rinvio – continua l’avvocato – ma quello che ci interessa è l’accordo definitivo, che finalmente il ministero obbliga a una trattativa che per legge coinvolga tanto il proprietario della società che quello delle mura, l’ospedale Israelitico”.
Intanto si è mosso anche il ministero dei Beni culturali e del Turismo. Il dicastero di via del Collegio Romano, infatti, è impegnato attraverso la Soprintendenza speciale Archeologia, belle arti e paesaggio di Roma, nella valutazione del profilo valore identitario del bene culturale del Caffè Greco e nella messa a punto dell’elenco dei beni mobili che devono essere considerati pertinenziali all’immobile, ad integrazione dei decreti ministeriali del 1953 e del 1954.
Lo storico locale di via Condotti, in cui sono stati ospitati uomini del calibro di Guttuso e De Chirico, oltre che artisti e scrittori, è stato dichiarato di interesse particolarmente importante con decreto del ministro per la Pubblica Istruzione del 27 luglio 1953 “perché, fondato nel 1765 e successivamente più volte abbellito con decorazioni e cimeli di interesse storico ed artistico e costituisce oggi un vario e pregevole esempio di pubblico ritrovo sviluppatosi attraverso due secoli di vita per la ininterrotta consuetudine da parte di artisti di ogni paese di frequentare le sue ospitali e raccolte salette, avendo rappresentato in Roma, per circa 200 anni, un centro di vita artistica universalmente noto”. Questo provvedimento è stato esteso nel febbraio del 1954 anche al cortile coperto, al salone e al laboratorio, ed è stato notificato “per la parte dell’immobile” all’Ospedale Israelitico, che ne detiene la proprietà, e ai titolari dell’attività “per la parte dei mobili e della licenza di esercizio”. La tutela del Caffè Greco, insomma, riguarda sia l’immobile e gli arredi sia la destinazione d’uso dei suoi locali, che, ai sensi dell’articolo 20 del ‘Codice dei beni culturali e del paesaggiò, non possono essere adibiti ad attività non compatibili con il loro riconosciuto carattere storico e artistico.