Il padre del 14enne che ha perso la vita dopo essere stato colpito da un malore durante l'ora di educazone fisica in un istituto di Castelfranco Veneto: "Gli avevano dato il certificato medico sportivo, oggi avrebbe giocato la sua prima partita di calcio della stagione"
“Voglio giustizia, ho perso mio figlio”. Parla il padre di Sukhraj Rathor, il quattordicenne studente che si è accasciato ed è morto durante la lezione di educazione fisica all’Istituto Tecnico Tecnologico Barsanti di Castelfranco Veneto. Jasbir Rathor, che vive con la famiglia a Riese Pio X, si appella a una circostanza molto precisa. “Stava bene tanto che anche gli ultimi esami per il certificato medico sportivo avevano dato un risultato positivo e oggi avrebbe giocato la sua prima partita di calcio della stagione. Non so cosa sia successo, non riesco a trovare una ragione a tutto questo, qualcuno deve darmi delle
Appassionato di calcio, dopo un anno di inattività, non vedeva l’ora di tornare sul campo. E lo avrebbe fatto visto che gli era stato rilasciato il certificato d’idoneità sportiva. Rathor, che portava l’inconfondibile copricapo Sikh, si era allacciato le scarpe da ginnastica e aveva cominciato a correre assieme ad alcuni compagni. Non era quindi sotto sforzo, aveva appena cominciato la fase di riscaldamento. Il tentativo di salvargli la vita è stato inutile. Per prima ci ha provato l’insegnante di educazione fisica, che si è subito resa conto della gravità della situazione. L’Istituto tecnico ha fatto sapere che è stato usato il defibrillatore in dotazione alla palestra. Ma i tentativi di far ripartire il cuore non hanno avuto esito positivo. E nemmeno i sanitari dell’ospedale di Castelfranco, arrivati nella scuola in pochi minuti, hanno avuto esito positivo. Il tentativo di rianimazione è durato circa mezz’ora.
In passato Sukhraj era stato vittima di un malore quando frequentava le scuole medie e tre anni fa sul campo da calcio aveva perso i sensi durante un allenamento. Campanelli d’allarme che non erano stati sottovalutati, fino alla visita medico sportiva liberatoria di qualche giorno fa. La Procura dovrà valutare se la morte del quattordicenne sia legata all’attività motoria durante la lezione di educazione fisica o se possa essere dovuta ad altre complicanze.
La scorsa settimana, a Treviso, si era verificata una situazione analoga, quando un sedicenne si era accasciato durante l’allenamento, sulla pista di atletica degli impianti comunali. Ma l’uso del defibrillatore e la perizia del presidente della società, da quarant’anni operatore del 118, gli avevano salvato la vita.