Lo prevede il disegno di legge incardinato alla commissione speciale sulla riduzione dei vitalizi dell’Assemblea regionale siciliana. Il testo base è quello del Consiglio di presidenza. Entro il 31 ottobre dovranno essere presentati gli emendamenti, la commissione poi, che comincerà l’esame il 5 novembre, dovrà esitarlo entro il 7 novembre. Il testo prevede anche il ricalcolo dei vitalizi in base al contributivo
E alla fine anche la Sicilia taglierà i vitalizi dei suoi consiglieri regionali. Ma si tratterà di un taglio light: il 9% dell’assegno. Lo prevede il disegno di legge incardinato alla commissione speciale sulla riduzione dei vitalizi dell’Assemblea regionale siciliana. Il testo base è quello del Consiglio di presidenza. Entro il 31 ottobre dovranno essere presentati gli emendamenti, la commissione poi, che comincerà l’esame il 5 novembre, dovrà esitarlo entro il 7 novembre. Il testo prevede il ricalcolo dei vitalizi in base al contributivo e un taglio lineare del 12%, che si ridurrà al 9% sulla base dei parametri approvati dalla Conferenza Stato-Regioni. Si tratta quindi di una sforbiciata molto inferiore a quella nazionale: alla Camera e al Senato il taglio è arrivato anche al 60% dell’assegno.
In Sicilia, invece, si lavora a una piccola sforbiciata che potrà comunque portare il vitalizio percepito a meno di duemila euro. È per questo motivo che il Movimento 5 stelle – grande sponsor del taglio dei vitalizi a Montecitorio con Roberto Fico – è sceso sul piede di guerra scatena le polemiche dell’opposizione. “All’Ars sui vitalizi siamo alla farsa. Il ddl proposto da Pd e Forza Italia è una truffa per i siciliani. Il taglio prospettato è ridicolo e addirittura previsto solo per tre anni. Praticamente un’enorme presa in giro”, dicono le deputate del Movimento 5 stelle Jose Marano e Angela Foti. “Oltre a essere gli ultimi siamo anche i peggiori, visto che tutte le altre regioni hanno già recepito la norma statale e hanno tagliato con percentuali anche importanti – dicono le due componenti della commissione -. Qui, invece, si è usata la limetta per le unghie, un classico quando ci sono in ballo i privilegi dei deputati”.
Il testo proposto dai Cinque Stelle e presentato a maggio ricalcava quanto deciso in sede di conferenza Stato-Regioni. “Non è stato nemmeno discusso – dicono adesso le grilline -, mentre quello presentato il 18 ottobre è stato messo subito all’ordine del giorno. Facile intuire perché. La proposta messa ora in discussione prevede un doppio adeguamento al sistema contributivo previsto per i dipendenti della pubblica amministrazione, e, tirate le somme, manterrà i tanto odiati privilegi per gli ex deputati. Non solo, il testo esclude interventi sulle reversibilità, cosa che francamente è inaccettabile”. Per Foti e Marano il testo di Pd e Forza Italia “non solo è notevolmente al di sotto della media dei tagli delle altre regioni italiane, ma non ci mette al riparo dai tagli dei trasferimenti statali”.
E dire che è proprio per evitare il taglio dei trasferimenti statali che il governatore Nello Musumeci aveva incalzato il presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè: gli aveva inviato una lettera per sollecitare il via libera all’iter per il taglio dei vitalizi. La Sicilia, insieme al Trentito Alto Adige, è l’unica regione a non essersi uniformata alle decisioni della Conferenza Stato-regioni. Solo che se l’isola non dovesse vararea alcun taglio agli assegni rischierebbe una riduzione dei trasferimenti da Roma per circa 70 milioni di euro.”Sono politicamente favorevole al taglio dei vitalizi, io lo sono più di tutti”, aveva spiegato ai cronisti il presidente durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans. Una posizione annunciata dalla decisione di non impugnare la norma statale che prevede la riduzione dei trasferimenti alle Regioni che non si adegueranno alla spending review dell’assegno per gli ex consiglieri regionali. Definire il tema dei vitalizi per Musumeci consentirebbe al bilancio della Regione, “di essere messo in sicurezza dal rischio di subire un cospicuo taglio di trasferimenti da parte dello Stato”.