Calcolando Iva non pagata, Ires e Irap, il conto fa circa 204mila euro. Sono i soldi che Tiziano Renzi e Laura Bovoli, i genitori di Matteo, hanno evaso al Fisco in concorso con altri indagati, secondo l’accusa della procura di Firenze che ieri (martedì) ha depositato l’avviso di chiusura indagini. L’inchiesta è quella legata al fallimento di tre coop fiorentine (Delivery Service Italia, Europe Service e Marmodiv) che vede 19 indagati. Ai coniugi Renzi, considerati dai pm amministratori di fatto delle coop, è contestata la bancarotta fraudolenta per la Delivery e la Europe. Poi c’è il capitolo Marmodiv: in questo caso ai Renzi è stata contestata la dichiarazione fraudolenta mediante operazioni inesistenti e poi l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per “consentire alla Eventi 6 (la società della famiglia Renzi, ndr) l’evasione delle imposte sui redditi”. Il conto lo ha fatto il quotidiano La Verità: ai coniugi, in concorso con altri indagati, viene contestato l’utilizzo e l’emissione di fatture per circa 390mila euro che hanno portato a un’evasione di più di 200mila euro.
I genitori dell’ex premier rischiano un altro processo, dopo che due settimane fa sono stati condannati a un anno e 9 mesi per l’accusa di aver emesso tramite la Eventi 6 e la Party Srl due fatture (dal valore totale, Iva inclusa, di 195.200 euro) per operazioni ritenute inesistenti. In questo caso il procuratore Giuseppe Creazzo, l’aggiunto Luca Turco e il pubblico ministero Christine Von Borries contestano la bancarotta fraudolenta per quanto riguarda la Delivery Service, perché secondo le accuse, con altri indagati avrebbero omesso di “versare gli oneri previdenziali e le imposte, così determinando, o comunque aggravando il dissesto”. Nel caso della Europe Service, invece, per i pm i Renzi con altri, “sottraevano, con lo scopo di procurarsi un ingiusto profitto e di recare pregiudizio ai creditori, i libri e altre scritture contabili”.
La maggior parte dei 19 indagati è però sotto accusa per la gestione della Marmodiv, fallita nel marzo scorso. Come riporta La Verità, la procura contesta ai coniugi Renzi e a Pier Giovanni Spiteri (loro amico fotografo) di aver inserito 32 fatture – considerate fittizie da chi indaga – nella dichiarazione Iva del 2015 e nel modello Unico dello stesso anno presentato ai fini Ires. Sempre a Tiziano Renzi e Laura Bovoli, insieme a Luca Mirco (avvocato del padre di Matteo a Genova), Giuseppe Mincuzzi e a due membri del cda della “Eventi 6” sono contestate 11 fatture per “operazioni inesistenti”. Gli stessi indagati avrebbero utilizzate altre 17 fatture allo stesso scopo. L’importo totale, calcola il quotidiano, è di 200.813 euro, che avrebbero portato a un’evasione di 105.386 euro.
Infine, sempre secondo l’accusa, i genitori Renzi, Mincuzzi e i membri del cda, tramite la Marmodiv, avrebbero consentito alla ditta di famiglia, la Eventi 6, tra il 2017 e il febbraio 2018, l’evasione delle imposte sui redditi e sul valore aggiunto tramite altre 5 fatture per operazioni che i magistrati valutano come “oggettivamente in parte inesistenti“. Allo stesso gruppo di indagati e all’ultimo presidente della coop, il torinese Aldo Periale, sono poi contestate 5 fatture emesse tra marzo e giugno 2018. L’importo totale di tali operazioni è di 188.608 euro, per cui, riporta sempre La Verità, non sono state pagate Iva, Ires e Irap per un totale di 98.981 euro. Il totale supera appunto i 200mila euro.