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Decreto salva imprese, Senato approva la fiducia. Salta la norma “salva ostelli” dopo le accuse di conflitto interessi a Castelli (M5s)

Via libera con 168 sì, uno in meno rispetto al voto per l'insediamento del Conte 2. E' il primo provvedimento votato in Aula dalla nuova maggioranza. Dal testo sparisce la norma che avrebbe trasformato l'Associazione italiana alberghi per la gioventù in ente pubblico: il segretario generale è collaboratore della viceministra 5 stelle

Il Senato ha votato la fiducia al governo sul decreto salva-imprese con 168 voti favorevoli e 110 contrari. Si tratta di un solo voto in meno rispetto a quello ottenuto dall’esecutivo a Palazzo Madama per la fiducia al governo Conte 2. Il 10 settembre scorso il governo ottenne 169 sì, 133 no e ci furono 5 astenuti. Oggi ai 168 voti favorevoli si sono contrapposti 110 voti contrari senza nessuna astensione: i votanti erano infatti 278 e la maggioranza era prevista a quota 140.

Subito dopo, il Senato ha dato il via libera al primo provvedimento votato con fiducia dalla nuova maggioranza di governo. Maggioranza che, secondo quanto si apprende, ha visto oggi l’assenza di cinque senatori tra i 5 stelle e con il ministro del Lavoro di Italia Viva Teresa Bellanova in missione. Non ha votato il senatore di Italia viva-Psi Riccardo Nencini, mentre Tommaso Cerno del Pd risultava malato. Ha votato a favore del provvedimento il gruppo delle Autonomie.

Ha creato non pochi malumori, all’interno del Movimento 5 stelle, un emendamento al decreto Salva imprese presentato da alcuni senatori grillini che mirava a convertire l’Aig (Associazione italiana alberghi per la gioventù) in ente pubblico. Il segretario nazionale della no profit è infatti Carmelo Lentino, collaboratore della viceministra dell’Economia Laura Castelli. Il caso è stato sollevato dalla testata Politico.eu. Oggi il deputato M5s Fabio Berardini della Commissione Attività Produttive ha confermato i malumori di queste ore: “E’ proprio così, vogliamo vederci chiaro su questa vicenda”, ha detto all’Adnkronos. Alla fine la polemica è stata stoppata con la soppressione della norma sugli ostelli, che è sparita dal testo del decreto. “Noi deputati della Commissione X abbiamo sempre espresso dubbi e dato pareri negativi sull’argomento”, ha aggiunto il collega Marco Rizzone, il quale racconta che “Lentino è venuto anche da noi sei mesi fa a ‘sponsorizzare’ la norma ma l’abbiamo fermato. Quindi chiediamo: Castelli era consapevole? Noi questa cosa la sapevamo da sei mesi, l’abbiamo segnalata anche all’allora capogruppo Francesco D’Uva. Se avessimo voluto colpire Castelli lo avremmo fatto durante la formazione del governo. Se questa persona non ha informato Castelli della sua posizione, allora lei è parte lesa”. Ma fonti dell’Aig precisano che questi incontri sono avvenuti prima che Lentino diventasse collaboratore della Castelli. Dall’entourage della viceministra dell’Economia filtra irritazione per quella che viene definita una “polemica strumentale costruita ad arte”. Per Berardini e Rizzone il problema è politico: “Con questa norma si voleva trasformare in ente pubblico una no profit” dopo “una sentenza del Tribunale di Roma che ha rigettato la richiesta di concordato e in particolare la richiesta di omologazione del concordato proposta da questa associazione (l’Aig, ndr), che pare abbia una pendenza debitoria pari a circa 9 milioni di euro. In questo modo si sposta la massa debitoria sullo Stato. Per noi è importante fermare le porcate, non solo fare buone leggi”.