Fake news, debunking, fact-checking. Le sfide del giornalismo contemporaneo sono riassunte da queste tre parole: riuscire a farsi largo tra il rumore di fondo della produzione di notizie false, grazie all’attività di “smascheratori” di bufale che operano con autorevolezza al controllo di fonti, notizie e fatti. Sul Nove di Discovery Italia arriva il primo programma della tv dedicato integralmente alle fake news, per dotarci di strumenti di interpretazione comuni che ci aiutino a svelare chi e cosa si cela dietro la grande macchina di disinformazione delle “notizie” a ciclo continuo. “FAKE – La fabbrica delle notizie” è in prima tv da mercoledì 23 ottobre 2019 alle 23:30.
Conduce la giornalista Valentina Petrini, affiancata da due fact checker: in studio Michelangelo Coltelli (fondatore di Butac-Bufale un tanto al chilo) e dietro le quinte David Puente (consulente di comunicazione e giornalista di Open), oltre ad una redazione di reporter agguerriti e ospiti ogni settimana diversi. Le notizie più calde veicolate dai mezzi di comunicazione tradizionali e dai social network commentate attraverso il punto di vista di due protagonisti del mondo dell’informazione, e non solo: gli ospiti della prima puntata sono l’editorialista del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli e la giornalista e conduttrice Nina Palmieri (Le Iene Italia 1). Al termine di ogni puntata la Petrini accoglie in studio una “vittima” che ha testato sulla propria pelle le conseguenze e gli effetti reali che una notizia inventata ha sulla vita delle persone.
Collabora a Fake-La Fabbrica delle Notizie la piattaforma internazionale AVAAZ, organizzazione non governativa istituita nel 2007 a New York che promuove attivismo su tematiche quali cambiamento climatico, diritti umani, diritti degli animali, povertà, che racconterà il suo lavoro alla ricerca dei “falsari” in rete, e Matteo Flora (hacker e professore a contratto in “Corporate Reputation e Storytelling” presso la Facoltà di Economia dell’Università di Pavia) che si occuperà di “viralizzazione” delle bufale.