Tanti italiani regalano competenze all’estero, perché costretti ad andarsene dall’Italia. Un fenomeno che ha un impatto anche economico, e non solo sociale, su tutto il sistema Paese. Il ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, intervistato da ilfattoquotidiano.it quando era ancora ‘cervello in fuga’ in Sudafrica, parla della crescente ondata di connazionali che decide di partire. “La fuga dei cervelli – ha detto a margine della presentazione del ‘Patto per la ricerca’ – è un tema fondamentale, è la vera emergenza migratoria. Ogni volta che un laureato lascia il nostro Paese – spiega Fioramonti – sono 250mila euro che se ne vanno delle nostre e vostre tasse, se una persona fa un dottorato sono 300mila euro. Noi stiamo perdendo milioni di euro attraverso una fuga di cervelli che abbiamo formato con le nostre risorse”. Il flusso di giovani che lasciano l’Italia, ha aggiunto, “è un tema fondamentale e non soltanto perché è un imbarazzo per il Paese, e vi parla uno che ha vissuto gran parte della propria vita adulta e tutta la carriera accademica all’estero, e che non vuole più essere imbarazzato quando varca i confini del nostro paese nell’essere accolto da altre nazioni che oggi si fanno forti delle nostre competenze che gli abbiamo regalato”.
Secondo i dati 2018 del rapporto Migrantes, nel 2017 sono partiti 243mila italiani. Il 3% in più rispetto al 2016, e il 37,4% (quasi 48 mila persone) aveva tra i 18 e i 34 anni. Gli italiani tra i 35 ed i 49 anni sono un quarto del totale, poco più di 32 mila persone; ma le crescite più importanti le si notano dai 50 anni in su: +20,7% nella classe di età 50-64; +35,3% in quella 65-74 anni; +49,8% in quella 75-84 anni e +78,6% dagli 85 anni in su (pari a 1000 anziani). Tutti dati che riguardano l’emigrazione in altri Paesi, ma sono tanti anche i connazionali che decidono di spostarsi dal Sud al Nord Italia. Il rapporto Svimez parla di due milioni di persone negli ultimi 15 anni, in particolare di giovani e lavoratori qualificati. La Sicilia è una delle regioni più colpite dallo spopolamento, tema sul quale insiste il “Movimento delle valigie di cartone”, nato a Palermo da padre Antonio Garau, che venerdì sfilerà a Palermo insieme ai sindacati “affinché le istituzioni ascoltino il grido d’allarme dei tanti giovani che non trovano lavoro e che per questo sono costretti ad andare via dalla propria città”.