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Media & Regime - 23 Ottobre 2019
Torna il Riformista e pare il patto del Nazareno: ci scriveranno Bergamini e Boschi. L’editore sarà Romeo. “La linea? Siamo per abolire il carcere”
Tornerà in edicola (e online) a partire dal prossimo 29 ottobre, Il Riformista, diretto dall’inedita coppia formata da Piero Sansonetti e dalla deputata di Forza Italia, Deborah Bergamini. “È come mettere insieme il diavolo e l’acqua santa”, ha detto la parlamentare azzurra, precisando come “Forza Italia non c’entra niente con il giornale, quello che facciamo è solo un tentativo di mettere insieme il meglio dell’Italia, una fabbrica di confronto aperto”. Eppure, per la presentazione del quotidiano, organizzata nella sala stampa della Camera dei deputati, non mancavano i colleghi berlusconiani, da Renato Brunetta a Alessandro Cattaneo, passando per Osvaldo Napoli, l’ex M5s Matteo Dall’Osso, fino alla capogruppo a Montecitorio Mariastella Gelmini. “Chiaro che ci sia un’impostazione di fondo sul tipo di quotidiano. Sono le battaglie della nostra vita”, precisa la stessa Bergamini. A partire da quella sulla giustizia. E non è un caso che il tema da sbandierare resti quello del ‘garantismo‘. “Faremo battaglie feroci”. Non senza attaccare il governo sul carcere agli evasori: “Io sono per l’abolizione del carcere”, ribadisce Sansonetti. Non è una novità.
Tra i collaboratori (a titolo gratuito) ci sarà pure la renzianissima Maria Elena Boschi: “Scriverà soprattutto di donne”, mette le mani avanti il condirettore. Mentre Bergamini nega che il giornale possa essere l’anello di congiunzione tra la neonata Italia Viva di Matteo Renzi e quei pezzi di Forza Italia sui quali l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario Pd ha lanciato un’Opa diretta dalla Leopolda: “Renzi e Italia Viva? Non saranno un nostro sponsor politico, con loro avremo lo stesso rapporto che con altri partiti. Anche perché in passato c’è stata un’oscillazione di Renzi tra il garantismo e il suo contrario”, punge Sansonetti. Di certo, il giornale già auto-‘assolve‘ invece il suo editore. Ovvero, l’imprenditore Alfredo Romeo, imputato per corruzione di un funzionario Consip, in un processo parallelo all’inchiesta che coinvolge, tra gli altri, anche il padre dello stesso Renzi, Tiziano e l’amico Carlo Russo. Ma per Sansonetti&Co non ci sono problemi: “Nessun imbarazzo“, tagliano corto.
Oltre all’ex ministra per le Riforme del governo Renzi e attuale capogruppo alla Camera di Italia Viva, Maria Elena Boschi, diversi saranno poi i nomi dei politici che collaboreranno al nuovo Riformista, da Fausto Bertinotti a Fabrizio Cicchitto. E, tra le novità, la presenza di “un fotoromanzo per raccontare i fatti politici che di fatto sostituisce il vecchio pastone”. Fatti politici che il giornale analizzerà puntando già l’offensiva contro l’esecutivo: “Il M5s? Siamo culturalmente incompatibili, quindi difficile essere amici di un governo la cui colonna portante è lo stesso M5s”, spiega Sansonetti. Ma se il M5s sarà tra gli avversari, tra ‘linea garantista’, battaglie contro il carcere e la volontà (annunciata) di non pubblicare intercettazioni, gli elementi per un laboratorio (editoriale e politico) in stile ‘patto del Nazareno’ ci sono tutti. Almeno sulla giustizia. “Vogliamo creare un’area riformista che oggi non c’è più”. Al nuovo Riformista negheranno pure, ma sembra di stare già alla Leopolda.