Due settimane dopo la bocciatura da parte del Parlamento europeo di Sylvie Goulard, il presidente francese Emmanuel Macron ha proposto questa mattina Thierry Breton, 64 anni, ex ministro dell’Economia (sotto la presidenza di Jacques Chirac) fra il 2005 e il 2007 che ha nel suo curriculum anche la guida di France Telecom, come nuovo esponente della Francia nella Commissione europea. Breton ha una lunga esperienza da manager di grandi gruppi, come Thomson, France Telecom e Atos, gruppo informatico di cui è l’attuale presidente. In Francia è visto come un politico di destra e vicino a Chirac. Il suo luno curriculum inoltre potrebbe nuovamente scontrarsi con l’esame degli europarlamentari, per possibili conflitti d’interesse.
Macron, secondo quanto precisa l’Eliseo, ha ottenuto la garanzia da parte della futura presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, che il portafoglio del commissario francese – Industria, Mercato Interno, Digitale, Difesa e Spazio – rimarrà invariato. Macron e von der Leyen “si sono accordati sul profilo” di Breton, sostiene sempre l’Eliseo, attuale presidente del gruppo informatico Atos, “dopo averne discusso in linea di principio”. “Thierry Breton – ha sottolineato la presidenza francese – ha solide competenze nei settori coperti da questo portafoglio, in particolare l’industria e il digitale, poiché è stato ministro dell’Economia con competenza sull’Industria. Ha presieduto grandi gruppi industriali e del settore difesa, come Thomson, France Telecom e Atos, e gode di una solida reputazione di uomo d’azione”.
Per lasciare tempo alla Francia, alla Romania e all’Ungheria – i cui candidati alla Commissione sono stati bocciati – di proporre nuovi nomi, l’entrata in funzione della nuova Commissione è stata rinviata di un mese, al primo dicembre. La precedente commissaria indicata da Macron, Sylvie Goulard, era stata infatti bocciata per due volte dal Parlamento europeo. Un respingimento della candidatura che aveva fatto infuriare Macron: “Un gioco politico che riguarda la Commissione europea nel suo insieme”. Il principale ostacolo alla nomia della Goulard riguardava la vicenda dei falsi impieghi che nel 2017 l’aveva spinta a dimettersi da ministro della Difesa del governo francese di Edouard Philippe. Ma Goulard era stata messa sulla graticola da Socialisti, Popolari e Verdi anche per la consulenza al think-thank Berggruen Institute durante il suo mandato di eurodeputata.