“Sulla Rai serve più coraggio: c’è urgente bisogno di una riforma. C’è un ritardo che va colmato”. Il presidente M5s della Camera Roberto Fico, intervistato da Repubblica, ha parlato degli interventi che secondo lui bisogna fare nell’azienda e ha ammesso che la promessa 5 stelle del “fuori i partiti dalla Rai” non è ancora stata realizzata. Proprio ieri i consiglieri di Lega e Fdi in cda hanno criticato la puntata di Report sul Carroccio, dicendo che sarebbe stata “violata la par condicio”. “Oltre a tutelare il ruolo di servizio pubblico che la legge assegna alla Rai, c’è la necessità”, ha aggiunto, “di un cambio culturale. Serve maggiore indipendenza, maggiore lontananza dalla politica. E non bisogna cadere nell’errore che anch’io facevo prima di vedere le cose da vicino: non ci sono solo i governi e i partiti che cercano di interferire con la Rai. C’è anche, all’interno della Rai, un atteggiamento da cambiare, soprattutto rispetto al tema dell’indipendenza. Serve un cambio di paradigma. Ci sono delle proposte di legge per cambiare il modo in cui è scelta la governance Rai. È una riforma che deve andare avanti, la considero una priorità”.
Quindi il presidente 5 stelle ha parlato delle dinamiche interne al Movimento e ha cercato di ridimensionare i malumori interni. “Qui dobbiamo volare alto. Non c’è una questione di leadership, ma serve un colpo d’ala: guardare avanti, progettare il futuro, fare un percorso interno di discussione che è quello che sta tentando il Movimento per darsi una struttura il più possibile condivisa. Il Movimento è davanti a un cambio gigantesco ed è normale che dentro ci sia chi frena, chi ha paura. La seconda cosa da fare però è guardare oltre. E farlo con passione civile”.
Per quanto riguarda infine il rapporto M5s-Pd “in questo momento rimarrei su quello che si sta facendo. I 29 punti, gli obiettivi che ci siamo dati, non seguirei schemi vecchi come le alleanze a prescindere. Penso che quello intrapreso in Umbria sia un percorso positivo per i cittadini di quella regione”. E per quanto riguarda il voto futuro in altre Regioni “dobbiamo valutare, coinvolgendo prima di tutto il territorio”, senza guardare all’esito del voto in Umbria, “non dipende da una vittoria o da una sconfitta“.