La Procura sostiene che, con un altro membro, Paolo Fary, del cda dell’impresa costruttrice Sercael srl di Fénis, l'ex calciatore del Chievo Verona si sia procurato un "ingiusto profitto di 441 mila 808 euro" ai danni di due compratori di un immobile a Saint-Vincent
L’ex calciatore del Chievo Verona, Sergio Pellissier, è finito a processo con l’accusa di concorso in truffa aggravata per essersi procurato, con un altro membro, Paolo Fary, del cda dell’impresa costruttrice Sercael srl di Fénis, un “ingiusto profitto di 441 mila 808 euro” ai danni di due compratori di un immobile a Saint-Vincent.
Grazie alla presunta truffa immobiliare, secondo la Procura di Aosta tra il 2011 e il 2016 i due soci hanno percepito decine di versamenti “garantendo agli acquirenti in ordine alla prosecuzione e all’ultimazione delle opere, senza comunicare la situazione di crisi conclamata risalente ad anni addietro”. Pellissier e Fary avrebbero garantito la vendita con una polizza fideiussoria “in realtà mai attivata”, senza poi comunicare gli “ingenti debiti della Sercael” che “comportavano l’iscrizione di ipoteca sull’immobile a favore” di un’altra società, nel marzo 2016, e “di pignoramento a favore della Cassa di risparmio del Veneto” nel maggio 2017.
Il legale di Pellissier, Elena Boschini, ha dichiarato che “stiamo trattando e speriamo di riuscire a trovare un accordo. A nostro avviso è stata più che altro un’incomprensione. Stiamo cercando di trattare e di chiuderla nel miglior modo possibile”. La speranza per la difesa è che gli acquirenti dell’immobile ritirino, a trattativa conclusa, la querela nei confronti dei componenti del cda dell’impresa di costruzioni. L’avvocato Corrado Bellora, che assiste il coimputato Fary, spiega: “Si tratta di una vicenda che a mio modo di vedere ha rilevanza civilistica. Mi risulta che ci sia un contenzioso per un problema di adempimento contrattuale ma assolutamente non ritengo che abbia rilevanza penale”.