Due giorni dopo il ritrovamento di 39 cadaveri in un tir sbarcato nel Regno Unito dal Belgio, una famiglia vietnamita ha lanciato l’allarme dicendo di non avere più notizie della figlia e di temere che sia tra le vittime. Secondo quanto riferito dal Guardian online, la ventiseienne Pham Thi Trà My martedì 22 ottobre ha scritto un messaggio alla madre: “Mi dispiace mamma. Il mio viaggio all’estero non è andato bene. Ti amo così tanto! Sto morendo perché non posso respirare”. Il sospetto è che la ragazza sia proprio tra le vittime, anche se le autorità non hanno ancora confermato l’identità dei morti: gli esami di medicina legale sono iniziati solo oggi e l’ambasciata della Cina ha fatto sapere di di non essere ancora ancora in grado di confermare ufficialmente la nazionalità di tutti.
Nell’ambito di un’inchiesta che ha portato finora a quattro arresti: l’autista nordirlandese del tir, Mo Robinson, di 25 anni; due presunti basisti del traffico, uno uomo e una donna di 38 anni residenti entrambi a Warrington, nel Cheshire, in Inghilterra; e un 48enne nordirlandese fermato nelle ultime ore mentre cercava di imbarcarsi su un volo all’aeroporto di Stansted, continuano a emergere nuovi particolari. L’’identificazione di tutti e 39 i morti come cinesi, fatta sulla base dei primi accertamenti dagli investigatori del Regno probabilmente solo per i tratti somatici asiatici di quei cadaveri, è stata rimessa in discussione dall’ambasciata di Pechino a Londra. Tanto più che gli esami dei medici legali sono appena iniziati, come la stessa polizia ha poi riconosciuto.
Almeno tre famiglie vietnamite, appreso dell’accaduto, hanno denunciato d’altronde il tragico sospetto di aver perso dei loro cari nell’oscurità di quel rimorchio. Due, a quanto riferiscono il Guardian o la Bbc, hanno fatto sapere di aver ricevuto giusto martedì messaggi di un figlio 26enne e di una figlia 19enne che scrivevano di essere sul punto di salire a bordo di “un container” in Belgio e di dover “spegnere il telefonino” per evitare di poter essere individuati ai controlli di confine. Ma il racconto più terribile, in presa diretta, è quello dei genitori di Pham Thi Trà My.