Cultura

Morgan regista d’opera: al Filarmonico di Verona il suo “Matrimonio Segreto”, smaliziato e un po’ punk. Insomma: parecchio a sua immagine

Il 27 ottobre il Teatro Filarmonico di Verona inaugura la stagione con il dramma giocoso di Cimarosa, nella versione dell'ex leader dei Bluvertigo. Repliche fino al 3 novembre

di Beatrice Manca

C’è Morgan a teatro, ma non suona e non canta: dirige. La stagione operistica del teatro Filarmonico di Verona si apre domenica 27 ottobre con Il Matrimonio Segreto, dramma giocoso di Domenico Cimarosa, con Marco Castoldi, in arte Morgan, nel ruolo di regista. Un allestimento smaliziato e accattivante, a immagine e somiglianza dell’ex leader dei Bluvertigo, con un cast giovane e un direttore ancor più giovane, il ventiquattrenne Alessandro Bonato.

Dopo tanto gossip e tante polemiche per lo sfratto e per la lite con un fotografo, Morgan torna a parlare (e a far parlare) di musica: conduce un programma su Radio2, Cantautoradio, sta per pubblicare due libri e lavora a teatro in veste di regista d’opera. L’allestimento è quello del Teatro Coccia di Novara, dove Morgan ha fatto il suo debutto alla regia nel 2012. Che sia per diletto o per marketing, non è un insolito che un personaggio apparentemente lontano dalla lirica si cimenti con la regia d’opera: Vittorio Sgarbi ha firmato la regia di una Vedova Allegra, Pippo Franco un Barbiere di Rossini, solo per citarne un paio. Questo Matrimonio Segreto – scanzonato, ammiccante, un po’ barocco e un po’ punk – è stato allestito a immagine e somiglianza di Morgan, che infatti fa capolino in scena e interviene nell’azione.

Il matrimonio segreto a cui si fa riferimento nel titolo è quello tra Carolina, figlia del ricco Geronimo, e Paolino, suo servitore, che ha attirato l’attenzione della vedova Fidalma, zia di Carolina. A complicare la questione ci si mette il conte Robinson, che dovrebbe sposare l’altra figlia di Geronimo, Elisetta, ma finisce per invaghirsi della sorella della promessa sposa. Al suo debutto viennese, l’opera di Cimarosa piacque così tanto all’imperatore Leopoldo II che la fece replicare la sera stessa, subito dopo cena. Strizza un po’ l’occhio al Settecento la scenografia di Patrizia Bocconi (illuminata da Paolo Mazzon) caratterizzata dalle poltroncine rococò che farebbero una gran figura in qualsiasi negozio milanese di design. I costumi di Giuseppe Magistro hanno il sapore dell’underground londinese: gonnoni vittoriani e autoreggenti, completi grigi di tartan e volant dai colori fluo, che si abbinano a parrucche incipriate colorate con le bombolette spray.

Grande curiosità per il giovanissimo direttore d’orchestra, il veronese Alessandro Bonato, che a soli 24 anni ha già attirato l’attenzione del mondo della musica classica. Sul palco, Salvatore Salvaggio presta la voce al signor Geronimo, mentre Carolina è interpretata dal soprano Veronica Granatiero, poco più di trent’anni e un curriculum di tutto rispetto con registi come Brooks e Benoin. Il soprano veneziano Rosanna Lo Greco è Elisetta, Irene Molinari è Fidalma, mentre Paolino è il tenore Matteo Mezzaro, che torna nel ruolo in cui ha debuttato nel 2010. Lo spettacolo è in replica martedì 29 ottobre, giovedì 31 ottobre e domenica 3 novembre.

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