Viviane era stata trovata cadavere sulle scale di un condominio a Rozzano (Milano) il 2 gennaio scorso. Il corpo era seminudo tra il piano terra e il primo piano di uno stabile Aler in via Ginestre. Uccisa da un’overdose di cocaina la prima ipotesi. Ma l’autopsia aveva raccontato un’altra storia evidenziando una concentrazione di 14 milligrammi di sostanza nel sangue, un livello altissimo se si considera che già attorno al 6 può essere fatale. Le indagini dei carabinieri hanno portato a scoprire che il suo presunto assassino viveva nello stesso palazzo in cui la donna, cittadina brasiliana di 43 anni, era stata trovata morta. I militari dell’Arma hanno arrestato Francesco Scilimati dove stava scontando i domiciliari per reati di droga.

Gli investigatori della tenenza di Rozzano hanno scoperto che la donna aveva una relazione con il 34enne, il quale quella sera le aveva ceduto la cocaina durante un festino. L’uomo si era accorto del malessere ma non aveva chiamato l’ambulanza per timore che gli revocassero i domiciliari. Secondo quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Maria Vicidomini, su richiesta del pm Luigi Luzi, Scilimati ha chiamato un amico al telefono per chiedergli aiuto, ricevendo il consiglio di avvertire i soccorsi. Nella seconda chiamata, poco dopo, ha detto al suo interlocutore che la donna stava morendo. La donna dopo aver trascorso il Capodanno con la famiglia dopo il brindisi di mezzanotte era uscita con un’amica per proseguire i festeggiamenti. A un certo punto della serata le due si erano salutate e la 43enne aveva raggiunto Scilimati.

All’uomo la procura di Milano contesta la morte in conseguenza di altro reato. Secondo quanto riferito dai carabinieri della compagnia di Corsico, diretti da Pasquale Puca, altre persone transitate per quella casa si sono accorte delle condizioni precarie della brasiliana. Nell’ordinanza ci sono i nomi di due donne, una delle quali è la compagna di Scilimati, denunciate per favoreggiamento. La notifica del provvedimento è avvenuta in carcere, dove il 34enne si trova dallo scorso aprile dopo essere stato sorpreso con 75 grammi di cocaina durante una perquisizione in casa.

La svolta è arrivata grazie alle indagini private svolte dall’amica della vittima con cui era uscita a Capodanno, che ha sempre cercato informazioni nell’ambiente frequentato a Rozzano. È arrivata in questo modo al racconto di un conoscente, un cantante locale che comprava droga da Scilimati, che le ha confessato di aver saputo che la sua amica era morta nell’appartamento del pusher. La donna ha quindi riportato la storia al vedovo che ha avvertito i carabinieri. Le successive intercettazioni ambientali hanno incastrato Scilimati, che ha preferito trascinare il corpo sulle scale invece di chiamare un’ambulanza. Secondo le analisi del medico legale, se avesse avvertito subito i soccorsi è possibile che la donna si sarebbe salvata.

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