di Stefano Manganini
A quanto pare sono l’unico a essere rimasto spiacevolmente esterrefatto dall’imbarazzante comportamento di Alexandria Ocasio Cortez nell’udienza a Mark Zuckerberg, ma la verità è che non me ne vergogno. Confesso di avere, in passato, nutrito simpatie per la giovane rappresentate dell’ala più a sinistra dei democratici statunitensi, ma credo che in questo frangente abbia mostrato tutta la sua inesperienza e inadeguatezza.
Sembrava, almeno ai miei occhi, che la sua volontà fosse di trasformare una seria discussione su un progetto come Libra – la criptovaluta di Facebook – in una piccola celebrazione della sua bravura come inquisitrice contro quei miliardari che affamano il suo elettorato. Un fantastico video acchiappa-like su Facebook (ironico, vero?) che sicuramente le porterà grande ammirazione popolare ma che ha reso quanto mai evidente la sua volontà di fare in modo che tutti guardassero il dito mentre Zuckerberg puntava alla luna.
La giovane politica americana lo ha infatti incalzato sul passato scandalo legato a Cambridge Analytica – lo scandalo dei dati degli utenti Facebook rubati e usati anche a fini elettorali – adducendo come motivazione il fatto che “per prendere decisioni su Libra, dobbiamo scavare nel comportamento passato di Facebook riguardo al rispetto della democrazia“.
Il sottoscritto è, nel suo piccolo, contrario al progetto Libra per svariate considerazioni di tipo legale e tecnico, ma ridurre la conversazione su un progetto di tale portata ad una disquisizione su uno scandalo passato significa non avere capito esattamente la rivoluzione che il progetto implichi. La Cortez non ha fatto altro che punzecchiare il miliardario americano dove fa più male traendo vantaggio dalla sua indiscutibile superiorità oratoria rispetto a Zuckerberg, che è risultato impacciato e timido nella difesa.
Lei sapeva perfettamente che concetti così complessi richiedono tempi di elucubrazione ed elaborazione che lei ha fatto di tutto per non concedere, risultando arrogante e fastidiosa. Zuckerberg in una prima analisi è sembrato incapace di rispondere a tono, ma in realtà, riguardando il video, viene da pensare che quanto lo metteva in imbarazzo era l’ignoranza della Cortez su come un business di tale entità venga gestito e la sfacciata volontà di continuare a non volerlo capire.
Aggiungo, come nota a lato, che le domande della Cortez erano perfettamente legittime e le sue critiche sensate, ma così triviali che, francamente, mi è dispiaciuto vedere Zuckerberg buttare via il suo tempo per spiegare realtà che già tutti conoscevamo. Inoltre, la sfacciata arroganza da moderna inquisitrice della Cortez stonava di fronte ai meriti di un ragazzo che, piaccia o meno, ha rivoluzionato il modo in cui tutti noi ci relazioniamo.
È lecito pensare che un personaggio di tale caratura meriti gli sia dato tempo di rispondere quando gli viene fatta una domanda? È lecito pensare che un oratore con più esperienza politica ed arroganza avrebbe facilmente neutralizzato le domande della Cortez e mostrato l’incompetenza di quest’ultima in materia? È lecito pensare che quando l’arte oratoria prevale sui concetti ultimi allora siamo di fronte ad una forma di mistificazione della realtà?
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