Per il presidente della Regione siciliana Nello Musumeci quella proposta andava discussa “urgentemente”. E in effetti, è stata prevista al primo punto all’Ordine del giorno dell’ultima giunta di governo. E la giunta ha subito detto di sì: ecco altri cinque milioni e mezzo per la tenuta di Ambelia, nuovo paradiso dei cavalli, nell’Isola dei debiti e dei disavanzi. Che cos’è Ambelia? È una struttura situata nel territorio di Militello Val di Catania, paese d’origine del governatore siciliano. Quest’ultimo ha deciso di rimetterla in sesto, dopo anni di abbandono da parte dei governi precedenti. E in effetti, gli investimenti finora sono stati massicci: oltre otto milioni di euro da febbraio a oggi. Non male, considerato che appena un mese fa lo stesso presidente Musumeci scriveva all’Assemblea regionale raccomandando “prudenza” e invitando a fermare le leggi che prevedessero nuove spese.

Otto milioni per Ambelia – Mercoledì, però, al primo punto all’ordine del giorno della giunta c’era proprio un nuovo progetto da cinque milioni e mezzo per la tenuta. A cosa serviranno quei soldi? In vista dei nuovi appuntamenti previsti per la fine del 2019 e per l’anno prossimo, la Regione ha avvertito la necessità di prevedere, nelle isolate terre del Catanese, un nuovo parcheggio da 1150 posti auto (costo da 2,5 milioni), la pavimentazione di una stradella con basolato lavico e acciottolato (un altro milione e mezzo) e un edificio da 750 metri quadrati dentro il quale collocare anche un ristorante-bar, per rendere più piacevole l’esperienza degli appassionati di equitazione (un altro milione e mezzo).

La ricerca dei fondi – Con quali soldi una Regione boccheggiante come la Sicilia è riuscita a finanziare un investimento così ingente? La risposta è nelle carte con cui lo stesso presidente Musumeci ha invitato il proprio governo a discutere urgentemente della questione. Il governatore ammette che il reperimento di quei soldi, in un’Isola con qualche problema più scottante, è il frutto di “di una complessa attività di ricognizione della Ragioneria generale”. Dopo il gran lavoro dei burocrati, così, sono state tovate le somme: arrivano da un fondo di solidarietà nazionale, dove lo Stato versa ogni anno un po’ di milioni per “bilanciare il minore ammontare dei redditi di lavoro” tra l’Isola e il resto d’Italia. Uno stanziamento annuale per i lavori pubblici, previsto nello Statuto siciliano.

Le critiche al presidente – E la notizia del nuovo investimento milionario per Ambelia ha fatto saltare sulla sedia le opposizioni in Assemblea regionale siciliana. “Ora ne siamo certi: diventerà Bellissima. Ovviamente – ha ironizzato il gruppo Cinquestelle all’Ars – non parliamo della Sicilia, sempre più con le pezze al sedere, ma di Ambelia, la tenuta del paese di Musumeci, per la quale, chissà come, i soldi si trovano sempre e comunque e, per giunta in fretta, in un momento in cui di soldi non ce n’è per nessuno e si è costretti a legiferare a costo zero”. Critiche sull’attenzione del presidente per i cavalli sono arrivate anche da Claudio Fava e dal capogruppo del Pd Giuseppe Lupo.

La fiera, la coppa, le spese – Come detto, quello da cinque milioni e mezzo è solo l’ultimo stanziamento per Ambelia. Nei mesi scorsi sono arrivati soldi per la mitigazione del rischio idraulico nella zona, per la riqualificazione e il restauro della tenuta e per l’organizzazione della “Fiera del Mediterraneo” che si è svolta a maggio: non mancano ovviamente le spese per pubblicità, uffici stampa, organizzazione. Tutto per circa tre milioni di euro. Ma non è finita qui. Perché dopo la Fiera, è stato il turno della Coppa degli assi. Una manifestazione che per tanti anni si era svolta a Palermo, prima di traslocare a Verona. Musumeci ha deciso di riportarla in Sicilia. Nella sua Militello, per la precisione. Cioè nella tenuta di Ambelia. Un altro mezzo milione, in gran parte versato all’Istituto per l’incremento ippico, ente regionale che si occupa dell’organizzazione. E così, fanno circa otto milioni in otto mesi, per Ambelia. Un milione al mese, per i cavalli che galoppano nelle terre del presidente.

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