Molti provvedimenti attuativi da approvare e molti rinvii al prossimo anno. Il decreto fiscale, pubblicato sabato in Gazzetta ufficiale, è in vigore già da oggi. Ma la maggior parte delle norme di contrasto all’evasione inserite nel provvedimento avrà bisogno di tempo per essere effettivamente operativa. A scattare subito, su questo fronte, sono di fatto solo la stretta sugli operatori del gioco legale non in regola con le tasse e quella sulle partita Iva chiuse, i cui ex titolari non potranno più avvalersi della compensazione dei crediti fiscali. Le misure di contrasto alle frodi in materia di accisa, nel settore degli idrocarburi e nell’acquisto di veicoli usati richiedono invece decreti attuativi. Così come le novità per prevenire le frodi in materia di carburanti, la cui efficacia comunque avrà inizio solo dall’1 gennaio 2020, e il Documento amministrativo semplificato telematico, previsto da ben 13 anni, che se tutto va bene arriverà il prossimo giugno. L’estensione del reverse charge per il contrasto alla somministrazione illecita di manodopera deve poi attendere il via libera della Commissione europea.
Da Natale le pene più alte per gli evasori – La stretta sui reati fiscali prevista dall’articolo 39, che aumenta le pene e abbassa le soglie prevedendo da 4 a 8 anni di carcere per la dichiarazione fraudolenta in caso di elementi passivi senza fondamento superiori a 100mila euro, entrerà in vigore solo il giorno della pubblicazione in Gazzetta della legge di conversione: considerato che il Parlamento ha 60 giorni per esaminare e approvare il testo finale, si andrà a Natale. L’inasprimento delle pene farà sì che per la omessa dichiarazione potranno essere disposte intercettazioni e sarà possibile anche la richiesta di custodia cautelare in carcere, che potrà scattare anche per la dichiarazione infedele.
Da gennaio lotteria degli scontrini con premi speciali per chi paga con carta – A gennaio prossimo prenderà il via la lotteria degli scontrini e contestualmente le sanzioni per l’esercente che al momento dell’acquisto “rifiuti il codice fiscale del contribuente o non trasmetta all’Agenzia delle entrate i dati della singola cessione o prestazione” attraverso lo scontrino elettronico, impedendo quindi di partecipare alla riffa. In una prima bozza la multa prevista era di minimo 500 e massimo 2000 euro, mentre nella versione finale partirà da 100 euro per arrivare al massimo a 500. Insieme alla lotteria, i cui premi saranno esenti da tasse, ci saranno premi speciali per chi paga con mezzi tracciabili e per i commercianti che trasmettono i corrispettivi alle Entrate attraverso lo scontrino elettronico, che peraltro dal 2020 sarà obbligatorio per tutti.
Sempre dall’1 gennaio ci sarà poi l’obbligo per chi voglia compensare attraverso il modello F24 un debito fiscale con un credito superiore a 5mila euro, di presentare di presentare prima una dichiarazione da cui emerge il credito. E i committenti saranno tenuti a versare le ritenute fiscali al posto delle aziende appaltatrici e subappaltatrici a cui hanno affidato lavori: ma per questo serve un provvedimento attuativo delle Entrate. Così come per creare il Registro unico degli operatori del gioco pubblico e per istituire la nuova imposta sulle piattaforme petrolifere in mare. Avrà attuazione immediata invece l’applicazione dell’Iva alle lezioni di guida.
Da febbraio il prelievo erariale unico sulle slot e new slot salirà dal 21,6 al 23% e quello sulle videolotteries dal 7,9 al 9 per cento. E l’1 marzo partiranno le sanzioni per le indebite compensazioni tra debiti e crediti fiscali, dal cui contrasto il governo si attende ben 1 miliardo di gettito.
Luglio 2020: sanzioni per chi non accetta il bancomat e crediti d’imposta sulle commissioni – L’altra tappa cruciale sarà il luglio 2020, quando il tetto all’uso del contante scenderà da 3mila a 2mila euro (1000 da gennaio 2022), inizieranno ad essere applicate le sanzioni di 30 euro più il 4% del valore della transazione ai commercianti che non accettano il pagamento con carta o bancomat e partirà il credito di imposta del 30% sulle commissioni applicate dalle banche sui pagamenti elettronici a patto che l’esercente abbia ricavi inferiori a 400mila euro e “trasmetta telematicamente all’Agenzia delle Entrate le informazioni necessarie a controllare la spettanza del credito”. Il credito sarà utilizzabile solo in compensazione di debiti con il fisco. Serve comunque un provvedimento del direttore delle Entrate che entro 60 giorni dovrà definire i termini e il contenuto delle comunicazioni necessarie per godere del credito.