Lo striscione di Amnesty International per chiedere verità sulla morte del ricercatore italiano Giulio Regeni appeso sullo scalone del Municipio di Ferrara ha subito un atto vandalico nella notte tra venerdì e sabato. La scomparsa, di cui dà conto oggi la stampa locale, è stata segnalata sui social dai dem modenesi Ilaria Baraldi e Aldo Modonesi con la richiesta di chiarimenti all’amministrazione comunale, mentre il sindaco Alan Fabbri, della Lega, condanna l’atto vandalico pur chiedendo di “evitare polemiche”.
Il primo cittadino, riferisce l’Ansa, spiega che qualcuno ha tentato di bruciare lo striscione venerdì notte rovinandone i supporti. Il cartellone “è stato quindi trovato per terra sabato mattina e consegnato al custode del Comune da due agenti della Digos che erano sul posto perché ieri c’erano diverse iniziative da monitorare in città”.
“Amnesty International Italia è stata già informata dell’accaduto – aggiunge Fabbri – e ora aspettiamo che la Polizia locale visioni il filmato delle telecamere di sorveglianza che faranno luce su quanto è successo”. “Non voglio banalizzare – prosegue il sindaco – Bisogna condannare ogni atto vandalico, tanto più a un simbolo di questo tipo, ma mi fa specie che subito da alcuni consiglieri comunali si lanci un grido d’allarme”.
Sullo striscione per Regeni al Municipio di Ferrara i riflettori si erano già accesi la sera della vittoria elettorale del sindaco leghista, a giugno, quando nel corso dei festeggiamenti la bandiera della Lega era finita proprio sopra allo striscione. Episodio che allora Fabbri bollò come “un’ingenuità di alcuni” senza alcun intento polemico.

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