Appena 100 euro incassati in oltre 2 anni da chi fruga nella spazzatura in cerca di cibo: è il topolino partorito dalla norma voluta dal centrodestra. Il pentastellato Stefano Giordano a Ilfattoquotidiano.it: "Va contro la Costituzione e i più basilari principi di civiltà, e dimostra che per Bucci gli spot vengono prima della sostanza". L'assessore alla Sicurezza: "Regola necessaria, la legge è uguale per tutti. Anche per i poveri. Era importante lanciare un messaggio"
Due multe pagate su 217 emesse, per un’entrata di un centinaio di euro in oltre due anni. Sono il topolino partorito dalla norma del comune di Genova, voluta dalla giunta del sindaco Marco Bucci, che punisce chi fruga nei cassonetti in cerca di cibo. Già dal 2011 l’articolo 28, comma 1 del regolamento di polizia urbana prevede una sanzione di 200 euro per chi bivacca in luogo pubblico, applicata per la prima volta lo scorso luglio a un senzatetto che dormiva sotto i portici del centro. A marzo 2018, la maggioranza di centrodestra ha “aggiornato” il testo inserendo una multa anche per chi “deturpa e imbratta il suolo pubblico con rifiuti solidi urbani, indebitamente prelevati dai contenitori”: pena prevista, in questo caso, 50 euro. Ma com’era prevedibile l’efficacia è risultata quasi nulla, con meno dell’1% di sanzioni riscosse da luglio 2017 a oggi.
Tanto che pure l’assessore alla Sicurezza Stefano Garassino, il principale sponsor della guerra ai clochard (“Il primo che mi chiede l’elemosina lo prendo a calci nel sedere”, dichiarò in pubblico), ha dovuto ammettere il fallimento: “Da questi dati risalta che, in quanto rivolti a nullatenenti, la maggior parte dei verbali non venga pagata, riducendo in pratica l’intervento a un richiamo della persona che compie questi atti”, ha scritto in risposta a un’interrogazione del consigliere comunale M5S Stefano Giordano. Che da parte sua ha presentato alla Corte dei conti un esposto per danno erariale, con riferimento sia all’attività degli agenti municipali, sia a quella degli uffici giudiziari.
Già, perché per ogni persona sorpresa a rovistare la polizia è tenuta non solo a notificare la multa, ma anche a segnalare in Procura la notizia di reato con l’ipotesi di furto. E poco importa che i pm genovesi finora abbiano sempre chiesto l’archiviazione: un fascicolo viene aperto e tanto basta, secondo Giordano, a integrare uno spreco di denaro pubblico. “L’esposto è rimasta l’unica mossa possibile dopo che la giunta ha rifiutato ogni tipo di confronto”, dice il consigliere pentastellato a Ilfattoquotidiano.it. “Dopo appena una settimana dalla modifica del regolamento al sindaco sono state consegnate 10mila firme contrarie (presentate da Aleksandra Matikj, presidente del Comitato per gli Immigrati e contro ogni forma di discriminazione, ndr) che il primo cittadino ha ignorato. Ad aprile abbiamo presentato una mozione per chiedere di modificare la delibera, bocciata col voto unanime dei gruppi di maggioranza, e a luglio, dopo il caso del clochard multato, un’interrogazione rimasta senza risposta. Eppure sappiamo per certo che anche ad alcuni assessori questa norma non va giù, perché, oltre ad essere inutile, è un pessimo esempio per tutti. Va contro la Costituzione e i più basilari principi di civiltà, e dimostra che per Bucci gli spot vengono prima della sostanza. Con tutto quello che potrebbero fare agenti e magistrati, è davvero necessario metterli a perseguire chi fruga nei cassonetti?”, si chiede.
Per l’assessore Garassino, raggiunto da Ilfattoquotidiano.it, la risposta è sì: “Questa regola è necessaria, perché è inutile spendere soldi in derattizzazioni se poi i bidoni sono circondati da sporcizia, lasciata da chi ci rovista dentro in modo incivile”. “La legge è uguale per tutti, anche per i poveri – argomenta – se a me fermano per eccesso di velocità, non mi chiedono la dichiarazione dei redditi per farmi la multa. Altrimenti chiunque sarebbe incoraggiato a fingersi nullatenente per non pagare. E poi nei cassonetti non frugano solo i disperati, c’è tanta gente che lo fa per curiosità, per vedere cosa riesce a trovare”. Ma perché prevedere una sanzione per chi non sarà mai in grado di pagarla? “Ovviamente non ci aspettavamo di ottenere grosse entrate -spiega – ma era importante lanciare un messaggio, perché chi agisce in modo incivile sappia a cosa va incontro. La norma non si tocca, ma sono disponibile a ragionare su una modifica in modo che, prima di procedere alla sanzione, l’agente inviti il trasgressore ad allontanarsi”.
“È del tutto evidente che lo spiegamento di forze che comporta l’emissione di ben 217 verbali non è giustificato da quanto riscosso con l’attività sanzionatoria – scrive il consigliere Giordano nell’esposto ai magistrati contabili – In più, queste multe rischiano di essere controproducenti per la risocializzazione dei clochard sanzionati, dal momento che i pochi di loro che riescono a trovare un’occupazione preferiscono, di fronte alla prospettiva di subire azioni esecutive forzose, rimanere nullatenenti e sprovvisti di un lavoro regolare”. “Non è un’iniziativa di bandiera, ma crediamo davvero che i soldi dei cittadini genovesi dovrebbero essere impiegati meglio – commenta – E insieme ai nostri avvocati abbiamo ritenuto che ci fossero gli estremi per ipotizzare un danno erariale. Speriamo sia un modo per mettere la giunta di fronte alle sue responsabilità”.
Twitter: @paolofrosina
Aggiornato da Redazione alle 15 del 28 ottobre 2019