La dieta alcalina è un cavallo di battaglia molto propagandato sul web per combattere il cancro. Ma un cavallo alquanto bolso… L’assunto è piuttosto semplice: l’alimentazione moderna è ricca di alimenti acidificanti, come il cibo spazzatura, le proteine animali e i grassi di cattiva qualità. Questo squilibrio, associato all’inattività che contraddistingue l’individuo medio, comporta un’acidificazione dell’organismo. E visto che il tumore prospera in ambiente acido, per sconfiggerlo bisogna “affamarlo” togliendo tutti i cibi acidi e consumando solo quelli alcalini. Fosse così semplice!
“L’acidità può contribuire allo sviluppo del tumore”, spiega il professor Francesco Schittulli, senologo, chirurgo oncologo e presidente Lilt nazionale. “Ma non basta per farlo emergere”. Questa malattia è infatti multifattoriale e sarebbe davvero impossibile affrontarla da una sola angolazione. Tra l’altro anche la prospettiva dell’acidità zoppica. Intanto, per evitare confusione, è bene fare una piccola puntualizzazione: l’acidificazione non può riguardare mai il pH del sangue, che viene mantenuto con grande rigore dall’organismo a un livello di lieve alcalinità; interessa piuttosto i tessuti e il pH urinario.
A livello generale, viene riconosciuto il valore di una dieta ricca di frutta e verdura, tanto per l’effetto alcalinizzante sull’organismo, dovuto alla presenza di minerali, quanto per la presenza di molti altri nutrienti indispensabili per prevenire numerose malattie, tumore compreso (fibre, vitamine, antiossidanti). La stessa Oms attribuisce importanza all’alimentazione e imputa alla dieta scorretta un terzo dei casi di tumore nel mondo. Un terzo, non tutti. “L’ambiente è fatto di quello che mangiamo e beviamo, ma anche di quello che respiriamo, dei nostri comportamenti quotidiani. Per esempio non ha effetti protettivi consumare frutta e verdura fuori stagione, non dare importanza alla provenienza del cibo e alle sue eventuali contaminazioni”. Una questione ben più articolata di una semplice alcalinizzazione per sconfiggere la complessità di un cancro! Una questione che richiede anche molto equilibrio, come sottolinea l’esperto, e buonsenso.
Equilibrio nel nutrirsi, prima di tutto, “senza esagerare con nessun cibo e con nessuna bevanda” raccomanda il professore. In questo senso, la dieta alcalina non è molto equilibrata, perché esclude tutti gli alimenti acidificanti, il che non è sempre positivo (tranne ovviamente nel caso di grassi cattivi e junk food); per esempio si dovrebbero eliminare il riso integrale o le noci, cibi che invece hanno delle proprietà e non causano problemi se sono inseriti in una dieta bilanciata.
Ma anche equilibrio nello stile di vita: come evidenzia l’Oms, sulla base della letteratura scientifica, i tumori sono dovuti pure ai comportamenti scorretti, quali il fumo e l’alcol ma anche la sedentarietà. Contribuisce al loro sviluppo pure l’ambiente inquinato (spesso causato proprio dai nostri comportamenti scorretti, come l’abuso di detergenti chimici in casa, che favoriscono l’inquinamento indoor e outdoor).
Del resto, ricorda Schittulli, non vi sono prove scientifiche che la dieta alcalina abbia dei benefici in presenza di tumori. In effetti una revisione sistematica di precedenti studi conclude: “Nonostante la promozione della dieta alcalina e dell’acqua alcalina da parte dei media e dei venditori, al momento non c’è ricerca che supporti o smentisca queste idee. Questa review sistematica della letteratura ha rivelato una mancanza di evidenze a favore o contro il carico acidificante della dieta e/o dell’acqua alcalina per l’innesco o la cura del cancro”.
Questa dichiarazione evidenzia al contempo un altro aspetto sottolineato pure dal prof. Schittulli: lo sfruttamento commerciale che spesso sta dietro queste presunte terapie, come appunto l’acqua alcalinizzata iodata, proposta come una cura anticancro (ma non solo). Insomma, quando si ha a che fare con una malattia seria come il cancro è meglio stare in campana!