Il segretario dem chiude l’assemblea nazionale dei sindaci e degli amministratori: "Avevo dubbi su governo ma adesso guardiano a legislatura". E poi annuncia: "Congresso va messo in statuto, voto il 17 novembre". Su legge elettorale sarà "battaglia maggioritaria"
Torna a parlare di “congresso“, parola da scrivere nero su bianco nello statuto del Pd. Ma parla anche di durata “utile” del governo in carica e di una battaglia per il maggioritario. Il segretario Pd Nicola Zingaretti chiude l’assemblea nazionale dei sindaci e degli amministratori Dem con una serie di annunci che indicano la direzione del partito su tre fronti. “Dobbiamo governare essendo migliori di loro“, dice parlando dell’alleanza coi Cinque Stelle e dell’orizzonte della legislatura. “Governiamo insieme, sapete che avevo dubbi, ma adesso vogliamo farlo per i prossimi tre anni“. Ma il governo “va avanti fino a quando riesce a dire e fare qualcosa di utile per il Paese, altrimenti perde di senso”. Poi parole che guardano al Pd e puntano a riportare in auge la parola “Congresso”.
“So che è noioso – ha detto Zingaretti – ma dobbiamo modificare lo statuto, perché io sono d’accordo su quello che si dice sul congresso ma la parola congresso nello statuto non compare, le uniche norme sono quelle per eleggere il segretario e tutto è dedicato a quello”. Quindi l’annuncio: “Concluderemo il 17 novembre votando le modifiche allo statuto, che può aprire una nuova stagione”.
Il terzo punto rilevante dell’intervento guarda alla legge elettorale. “Il Pd – dice Zingaretti – deve essere una forza a vocazione maggioritaria ma non isolata, questa è la forza dei sindaci, l’ambizione di parlare non a un pezzetto sociale ma di mettere in campo una visione del Paese maggioritaria e non vuole isolarsi”. E conclude: “Lotteremo per non gettare la spugna e mantenere anche nella nuova legge elettorale lo spirito maggioritario“.