Nostalgici riuniti per l'anniversario della marcia su Roma del 1922. Gli organizzatori allontanano un manifestante vestito da gerarca fascista. In risposta alla manifestazione l'Anpi ha portato fiori sulla tomba di un partigiano
Hanno sfilato in 3mila lungo le strade di Predappio, comune sulle colline forlivesi che ha dato i natali a Benito Mussolini, nel corteo che ha celebrato l’anniversario della marcia su Roma che nel 1922 portò il fascismo al potere. Camicie nere, slogan e saluti romani davanti alla cripta del Duce, cartelloni e simboli di ispirazione nostalgica, ma anche poesia, musica, una “tagliatella antifascista” e fiori sulla tomba di un partigiano. Questa la cronaca della doppia manifestazione: una organizzata dagli Arditi d’Italia, l’associazione che aderì alla marcia su Roma e che 97 anni dopo ha radunato i nostalgici fascisti del Veneto, Lombardia, Toscana, Lazio ed Emilia-Romagna, e un’altra organizzata dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (Anpi) che ha festeggiato, invece, la liberazione del paesino dall’occupazione nazifascista avvenuta il 28 ottobre nel 1944.
“Noi siamo la continuazione ideale di quella che fu la rivoluzione fascista“, ha gridato uno degli organizzatori del corteo, esortando la folla a inneggiare al Duce “camerata Benito Mussolini” con il saluto romano. E ancora: “Non siamo gli imbalsamatori del passato ma gli anticipatori del futuro“, come riportato su uno dei tanti cartelli che hanno sfilato fino al cimitero, fino alla cripta della famiglia Mussolini. “Sono vent’anni che vengo a Predappio”, ha raccontato uno dei partecipanti con indosso una maglietta nera con la scritta “Salvini Santo subito“. “È quello che più si avvicina, è il più onesto e leale. Al contrario di tutto il resto”.
Anche quest’anno, attorno al corteo, non sono mancati i negozi di souvenir con gadget che richiamano al fascismo: dai busti del Duce alle t-shirt a tema. Proprio un anno fa fu una maglietta a scatenare una bufera: l’esponente di Forza Nuova Selene Ticchi indossava la scritta a caratteri Disney “Auschwitzland”. Il caso finì in Parlamento e costò alla Ticchi un decreto penale con una multa da 9mila euro. La storia si ripete: anche quest’anno la causa dell’allontanamento di due manifestanti, da parte degli stessi organizzatori, è stato l’abbigliamento: uno era vestito da gerarca fascista e l’altro aveva un berretto da bersagliere con piume lunghe quasi un metro.
Ma nell’anniversario della marcia anche l’Anpi è tornata in piazza per celebrare, al contrario, la liberazione del paese, avvenuta il 28 ottobre del 1944: “La cripta della famiglia Mussolini – ha detto all’Ansa Gianfranco Miro Gori, presidente della sezione di Forlì-Cesena – deve tornare a essere una tomba in una dimensione privata e non un luogo in cui si fa apologia di fascismo. Nessuno – ha aggiunto – obietta che la famiglia tenga lì Mussolini ma deve essere appunto una tomba di famiglia, non un mausoleo del fascismo, con tanto di scritte come ‘Viva Mussolini’. Questo è illegale“. Gori ha concluso ricordando l’esposto fatto l’anno scorso dall’Anpi alla magistratura su cui ancora attende un riscontro, “perché secondo noi queste manifestazioni avvengono in violazione delle leggi italiane”.