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Cimabue, il “Cristo deriso” venduto alla cifra record di 24 milioni di euro: era stato ritrovato per caso nella cucina di un’anziana

A riconoscerlo come un'originale di Cimabue era stato l'esperto d'arte Eric Turquin a cui l'anziana ormai ex proprietaria si era rivolta per un parere mentre stava facendo l'inventario durante il trasloco

di F. Q.

Per decenni è stato appeso su una colonna tra il salotto e la cucina, nella casa di un’anziana signora di Compiègne, in Francia, che lo considerava una banale icona. Ora però quel quadro, rivelatosi essere nientemeno che un’opera originale di Cimabue, è stato venduto al’asta a Parigi per la cifra record di 24 milioni di euro. Il valore del “Cristo deriso“, questo è il titolo della tavola di legno con fondo oro dipinta dal maestro toscano vissuto tra il 1240 e il 1302, era stato stato stimato tra i 4 e i sei milioni di euro, ma nel corso dell’asta che si è tenuta domenica pomeriggio a Senalis il suo prezzo è salito vertiginosamente. Non è stato reso noto il nome dell’acquirente, che per ora, dunque, resta anonimo.

A riconoscerlo come un’originale di Cimabue era stato l’esperto d’arte Eric Turquin a cui l’anziana ormai ex proprietaria si era rivolta per un parere mentre stava facendo l’inventario durante il trasloco. Turquin è rimasto subito impressionato e ha condotto una serie di indagini sul piccolo dipinto, spiegando che per l’attribuzione a Cimabue non ci possono essere dubbi in quanto “è evidente, paragonandolo con altri suoi quadri, che si tratta della stessa mano” del maestro fiorentino. Turquin ha poi precisato che gli esami con la riflettografia a raggi infrarossi hanno rivelato un eccellente stato di conservazione.

Nel corso dell’asta, la piccola tavola di Cimabue è stata al centro di un’accesa gara al rialzo tra otto compratori, tra cui c’erano anche musei. E’ la prima volta da decenni che un quadro attribuito a Cimabue è finito all’asta. L’opera è stata trovata recentemente per caso, durante un trasloco in una casa di campagna. Con i suoi 24.180.000 di euro, diventa il dipinto ‘primitivo’ più costoso venduto finora durante un’asta al mondo. E al tempo stesso lo rende il settimo dipinto antico più caro dopo il “Salvator Mundi” attribuito a Leonardo da Vinci (venduto da Christiès a New York nel novembre 2017 per 450,3 milioni di dollari), “Il massacro degli Innocenti” di Pieter Paul Rubens, un’opera di Pontormo, un’opera di Rembrandt, un’opera di Raffaello e un’opera di Canaletto, come ha precisato Actéon.

Il “Cristo deriso” è un’opera su legno dipinta a tempera a uovo di piccole dimensioni (25,8 cm su 20,3). Il capolavoro è stato attribuito a Cimabue, maestro di Giotto, dal laboratorio di periti d’arte Turquin. Per gli esperti, il quadro ritrovato è un elemento di un dittico del 1280, nel quale erano rappresentate, probabilmente su otto pannelli di simili dimensioni, alcune scene della passione di Cristo. Di questi pannelli, fino a oggi, se ne conoscevano due: “La Flagellazione” della Frick Collection di New York e la “Maestà con due angeli” conservata alla National Gallery di Londra.

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