Lo afferma il gip di Roma, Corrado Cappiello, nelle otto pagine di ordinanza con cui ha convalidato l’arresto del 21enne romano e del suo sodale, Paolo Pirino, accusati dell’omicidio del 24enne avvenuto mercoledì sera nel quartiere capitolino di Colli Albani. Il 22enne agli amici: "Non volevo colpirlo in testa, colpa del rinculo della pistola". Ma per il giudice non è credibile
Valerio Del Grosso ha sparato per uccidere Luca Sacchi. Lo afferma il gip di Roma, Corrado Cappiello, nelle otto pagine di ordinanza con cui ha convalidato l’arresto del 21enne romano e del suo sodale, Paolo Pirino, accusati dell’omicidio del 24enne avvenuto mercoledì sera nel quartiere capitolino di Colli Albani.
Si legge nel provvedimento che “Del Grosso ha spontaneamente dichiarato che la sua intenzione non era quella di uccidere” e a suoi amici ha riferito che la colpa sarebbe stata del “rinculo della pistola” che “me lo ha fatto colpire in testa”. Tuttavia “tale ricostruzione è destituita di qualsiasi fondamento – afferma il gip – essendo sconfessata dalla dinamica riferita da uno dei testimoni oculari dell’omicidio (…), secondo cui l’aggressore, dopo essere stato spinto a terra da Luca Sacchi, si è avvicinato a due metri, ha estratto una pistola dalla cintola ed ha esploso un colpo che lo ha raggiunto alla testa”.
Peraltro, “anche l’altro testimone oculare dello sparo ha descritto un’azione volontaria di sparo da parte di un ragazzo che, incamminatosi lungo la strada con un braccio teso lungo il corpo, giunto all’altezza dell’incrocio, ha alzato il braccio: quindi, subito dopo un forte fragore, si è visto un lampo di luce provenire dalla mano che impugnava qualcosa”.
Nel provvedimento del gip, viene più volte ribadito come la fidanzata di Luca Sacchi, Anastasiya Kylemnyk, abbia effettivamente subito l’aggressione con “un colpo di mazza da baseball alla nuca”, tanto è vero che la ragazza ha fatto registrare un ematoma visibile sollevando i capelli, come hanno affermato sia le testimonianze contenute nell’atto del giudice, sia come ha confermato un testimone oculare a Ilfattoquotidiano.it.
L’effettiva dinamica dell’aggressione era stata messa in discussione nei giorni scorsi da una testimonianza raccolta da Repubblica, secondo cui la ragazza non presentava escoriazioni e sarebbe stata vista raggiungere il corpo del ragazzo un minuto dopo lo sparo. Resta invece il mistero su quanti soldi fossero realmente contenuti nello zaino in pelle rosa della ragazza: lei sostiene si trattasse di 253 euro, gli inquirenti – si legge nell’ordinanza di convalida – hanno recuperato la borsa in zona Centrale del Latte, dunque vicino al quartiere Casal Monastero, dove abitano Del Grosso e Pirino.
Aggiornato da Redazione alle 16,30 del 28 ottobre 2019