L'imbarcazione di Sos Mediteranee e Msf ospita anche 41 minori e 2 donne incinte, mentre una donna incinta è stata sbarcata dalla Alan Kurdi. Una portavoce della Commissione europea: "Allo stato attuale non siamo attivamente coinvolti, ma pronti se ci fosse richiesto". Sensi: "Date subito un porto sicuro". Magi: "Con Salvini le crisi in mare sono durate in media 9 giorni, mi auguro che il nuovo governo non sia più disumano"
La Ocean Viking in mare da 10 giorni con 104 migranti salvati. La Alan Kurdi con altri 90 soccorsi nella giornata di sabato 26. E nessun porto sicuro assegnato dal ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese. Nonostante entrambe le navi lo abbiano chiesto all’Italia. E la Commissione europea che fa sapere di essere pronta ad intervenire ma di non aver ricevuto per ora da Roma alcuna richiesta di occuparsi di trovare Paesi disposti a partecipare alla redistribuzione dei migranti. Mentre intanto crescono le voci di parlamentari che chiedono lo sblocco della situazione.
Sos mediterranee e Medici senza frontiere, le ong che gestiscono la Ocean Viking, sollecitano la conclusione della “prolungata e inutile permanenza in mare” della nave, che ospita anche 41 minori e 2 donne incinte. “È inaccettabile – dice il capomissione di Msf, Michael Fark – che da dieci giorni queste persone già vulnerabili siano bloccate in mare e vivano nell’incertezza di non sapere cosa sarà di loro. I leader europei siano all’altezza dei propri principi e consentano ai naufraghi di sbarcare”. Analoga richiesta arriva dalla Alan Kurdi della tedesca Sea Eye, dopo una notte pesante a bordo. “Siamo stati investiti da una tempesta, la nave non è grande, abbiamo urgentemente bisogno di un porto sicuro”, dice la ong. Ieri una donna incinta al quarto mese è stata evacuata da una motovedetta della Guardia costiera italiana.
Una portavoce della Commissione europea fa sapere che “allo stato attuale non siamo attivamente coinvolti in relazione” alle navi umanitarie, “ma, come sempre, siamo pronti a provvedere sostegno qualora fosse richiesto”. Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, cita il Talmud: “Chi salva una vita, salva l’umanità. Penso che le nostre culture e la cultura europea si basino su questo principio, e questo vale anche per tutte le persone in difficoltà ora nel Mediterraneo”.
Il deputato del Pd Filippo Sensi spinge per lo sbarco: “Ora – scrive in un tweet – il Pos (porto sicuro, ndr), subito. No, non quello della manovra di bilancio. L’altro. Quello di un centinaio di disperati prigionieri del mare, della violenza e dell’indifferenza”. Sulla stessa linea Riccardo Magi, deputato radicale di +Europa. “Il ministro Lamorgese – chiede – assegni subito un porto di sbarco ai 104 migranti soccorsi dalla Ocean Viking oramai 10 giorni fa; le crisi in mare del Governo gialloverde sono durate in media 9 giorni, mi auguro che il nuovo Governo non voglia, nel silenzio generale, connotarsi per una ancora maggiore disumanità”.
Lamorgese venerdì scorso ha ricevuto al Viminale le ong impegnati nei salvataggi in mare, anche i rappresentanti di Sos Mediterranee, Msf e Sea Eye. Nell’incontro, definito “un primo passo per l’avvio di una interlocuzione diretta tra le parti”, il ministro ha sottolineato l’esigenza di coniugare umanità e legalità e la necessità che le operazioni di salvataggio avvengano nel rispetto delle regole. Sul tavolo anche il ritorno del Codice di condotta per le ong adottato con l’allora ministro Minniti. Ma una soluzione condivisa per i migranti soccorsi ancora non si vede.