Pierre Boulen, francese di 69 anni, viveva vicino al plesso di via Principe di Piemonte da 15 anni. Era amato da tutti, dai residenti fino ai genitori degli allievi, che spesso si fermavano a parlare con lui. E ha incoraggiato tanti bambini a parlare della diversità
La scuola di via Principe di Piemonte a Roma ha perso un amico: Pierre, il clochard che viveva nella roulotte vicino al plesso. E per lui i bambini hanno raccolto due euro a testa: 1008 in tutto che sono serviti per il funerale. Un’iniziativa spontanea nata dagli allievi e dalle loro famiglie che per anni hanno vissuto accanto al “signore francese della roulotte”. Pierre, infatti, viveva lì da 15 anni in una piccola carovana bianca con attaccato un cartello con la croce rossa e la scritta: “Rifugio salvavita per malato cardiopatico”. Si chiamava Pierre Boulen, aveva 69 anni, era nato in Francia a Perpignan, sui Pirenei, ma viveva in Italia da 25 anni.
“Era una persona molto buona. Si vedeva dai suoi occhi. Aveva alle spalle una storia complicata. Da quello che so – racconta Daniela Scottoni del comitato genitori “Scuola libera tutti”- aveva tagliato i ponti con tutti i parenti che aveva in Francia. Una persona sola che era riuscita a creare una sorta di comunità attorno a lui fatta da persone che si fermavano a chiacchierare con lui, genitori che familiarizzavano quasi tutti i giorni. Lui era molto informato sui lavori in corso in quella zona, sulla viabilità. Dava consigli. Era disponibile. Noi gli davamo dei sacchi e lui ogni giorno cambiava le buste del cestino vicino alla scuola. Quella via è stata per molto tempo un cantiere e si trovava di tutto ma lui teneva pulito per sé e per i bambini”. Un ricordo comune che ha coinvolto anche i bambini che hanno voluto dedicare a Pierre poesie e disegni.
“Pierre – racconta Mauro Gazzotti, presidente del comitato genitori – era una persona il cui passato è avvolto dal mistero. C’è chi dice che fosse nella legione straniera, c’è chi parla di un suo impegno nel sociale. La presenza di Pierre è stata accettata da tutti, dai residenti fino ai genitori. È stato un elemento di controllo rispetto ai lavori di realizzazione del parcheggio per 60 box privati (poi bloccato da un comitato di cittadini); lui abitava accanto al cantiere e monitorava tutto”.
È stato accolto dai bambini perché ha incoraggiato tanti a parlare della diversità, di una scelta di vita diversa facendo incontrare loro una persona d’animo gentile aiutandoli a superare la paura della diversità. “Capitava di vedere Pierre – prosegue Gazzotti – ammonire chi lasciva una carta per terra lasciando un insegnamento anche nei bambini. Per noi era una sicurezza, presidiava la scuola 24 ore su 24. La scuola è su una collina dove ogni due aule c’è un padiglione distante dall’altro. Ci sono cinque ettari con un’accessibilità disarmante. Avere Pierre che controllava chi entrava ed usciva ci rendeva più tranquilli. Tutti i genitori hanno dato il loro contributo. In un pomeriggio abbiamo raccolto un migliaio di euro e hanno contribuito almeno 500 famiglie. Pierre era una di quelle persone a cui non pensi spesso perché sai che sta sempre lì. Ma quando viene a mancare, ti accorgi del vuoto”.