Il gigante del lusso mondiale Lvmh vuole prendersi anche Tiffany e ha annunciato di aver avviato “discussioni preliminari” con il gioielliere americano per un possibile acquisto. L’offerta, secondo diverse fonti, si aggira attorno ai 14,5 miliardi di dollari in contanti. Ma secondo indiscrezioni provenienti dagli Stati Uniti, Tiffany, che si è rivolta a banche d’affari per valutare l’offerta di Lvmh, sarebbe intenzionata a respingerla: anche se l’esame è ancora in corso, la convinzione sarebbe che l’offerta è troppo bassa.
Tiffany, il cui negozio bandiera si trova accanto alla Trump Tower sulla Fifth Avenue a New York, non ha ancora risposto alla proposta, che arriva in un momento in cui l’industria del lusso teme le conseguenze delle tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e Cina sul potere d’acquisto dei cinesi. Inoltre, la massiccia campagna anticorruzione lanciata dal presidente cinese Xi Jinping ha fortemente rallentato i doni stravaganti spesso offerti da uomini d’affari e funzionari.
L’acquisto di Tiffany, una gioielleria fondata nel 1837, estenderebbe l’esposizione di Lvmh in un settore che ha uno più rapidi tassi di crescita nel segmento del lusso, con una crescita globale del 7% nel 2018 e un mercato di circa 18 miliardi di euro, secondo le stime di Bain&Co. Tiffany conta più di 300 negozi nel mondo, ha registrato un utile netto di 261,5 milioni di dollari (236 milioni di euro) nel primo semestre dell’esercizio, che si è svolto tra febbraio e luglio, con un calo dell’8,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Nei primi nove mesi del 2019, Lvmh ha invece realizzato un fatturato di 38.398 milioni di euro, con un incremento del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se l’offerta andrà a buon fine sarà la maggiore mai effettuata dal gruppo del francese Bernard Arnault – che ha tra i propri marchi Louis Vuitton, Sephora e Fendi – superando anche quella per acquistare la quota restante di Christian Dior nel 2017.