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Grenfell Tower, “restate in casa”: l’indicazione dei pompieri mentre il grattacielo bruciava. “Fatale per chi era in alto”, come i due italiani

Non solo l’incuria nella manutenzione, non solo le norme sulla sicurezza carenti o le colpe di amministratori e politici: dietro il rogo in cui morirono 72 persone, tra cui i giovani architetti veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi, vi furono anche "gravi manchevolezze" dei vigili del fuoco. A confermarlo è il primo rapporto stilato nell’ambito dell’inchiesta indipendente ancora in corso
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Stay put“: l’indicazione fatale di rimanere barricati negli appartamenti. È uno degli errori commessi dai vigili del fuoco nel loro intervento per l’incendio scoppiato alla Grenfell Tower di Londra, il grattacielo popolare ai margini del quartiere dorato di Chelsea and Kensington in cui nel 2017 morirono 72 persone, inclusi i giovani architetti veneti Gloria Trevisan e Marco Gottardi. Quell’indicazione si rivelò fatale specialmente per alcuni inquilini dei piani alti, come la coppia di architetti italiani. Lo spiega il primo rapporto stilato nell’ambito dell’inchiesta indipendente, ancora in corso, presieduta dal magistrato in pensione sir Martin Moore-Bick.

Secondo questa prima relazione, ci furono “gravi manchevolezze” del corpo dei vigili del fuoco: la lentezza nella risposta del numero d’emergenza 999, gli errori e le decisioni discutibili prese durante l’operazione e l’insufficiente addestramento mostrato per una situazione così estrema. Nel rapporto si riconosce ovviamente anche “il coraggio” dei pompieri che intervennero. E si punta il dito contro le cause del rogo: l’incuria nella manutenzione da parte della società di gestione, le norme sulla sicurezza carenti o le colpe di amministratori e politici, così come i pannelli infiammabili di poco prezzo collocati sulla facciata. Sono questi i fattori che hanno scatenato l’incendio, sviluppati e analizzati nel documento di un migliaio di pagine che sarà pubblicato integralmente mercoledì ma di cui i media britannici hanno già diffuso ampi stralci.

Commentando proprio le anticipazioni dei media – accusati apertamente di “insensibilità” – Moore-Bick ha tenuto a precisare che le contestazioni (accolte non senza qualche polemica da alti funzionari dei vigili del fuoco e semplici pompieri) vanno pur sempre filtrate attraverso la consapevolezza delle “condizioni terrificanti affrontate da chi dovette entrare nell’edificio” in fiamme la notte del 14 giugno 2017. Ha inoltre confermato che a innescare l’incendio, come da tempo ormai noto, fu un guasto elettrico al freezer in un appartamento a quarto piano. Guasto tecnico avvenuto, ha puntualizzato sir Martin, “senza alcuna colpa” dell’inquilino di quell’abitazione: “ingiustamente accusato” all’inizio da alcuni media. Il documento tuttavia ritiene che le “gravi manchevolezze” dei vigili del fuoco abbiano contribuito a rendere quanto meno più alto il numero dei morti.

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