Il 20 luglio del 1969, la voce di Tito Stagno risuonò in tutte le case italiane. “Ha toccato”, disse, riferendosi, qualche secondo in anticipo, alla storica impresa di Neil Armstrong, l’astronauta che per primo mise piede sulla Luna. Quell’evento tenne migliaia di telespettatori incollati allo schermo. Non si può dire lo stesso, invece, di un’altra “scoperta” destinata a cambiare l’umanità, passata quasi sotto silenzio: Internet. Solo pochi mesi dopo l’allunaggio, infatti, due computer, uno posizionato all’Università di Stanford e l’altro nei meandri del dipartimento di Informatica dell’Università della California di Los Angeles, vennero collegati tra loro. La rete si chiamava Arpanet (Advanced Research Projects Agency Network) ed era finanziata dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Il primo test si tenne alle 22,30 del 29 ottobre 1969. Esattamente 50 anni fa. Da allora i sistemi si sono evoluti e, secondo gli ultimi dati aggiornati al primo semestre del 2019, il 58,8% della popolazione mondiale ha oggi accesso alla rete. Numeri che crescono in fretta se si pensa che a fine 2018 la percentuale era del 51,2.

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