Il primo ministro libanese, Saad Hariri, ha rassegnato le dimissioni. La notizia, circolata nelle ultime ore dopo che era stato ufficializzato un suo discorso alla tv, è stata confermata dal premier in persona. “Sto andando al palazzo Baabda per consegnare le mie dimissioni nelle mani del presidente Michel Aoun’’, ha dichiarato dopo aver tentato, invano, di frenare le proteste contro corruzione e carovita, presto trasformatesi in manifestazioni antigovernative, che da 12 giorni interessano il Paese. E il premier spiega che le dimissioni sono legate proprio alle proteste delle ultime settimane: “Le mie dimissioni sono la risposta alle richieste delle piazze in Libano”, ha spiegato.
Secondo quanto riportano le tv locali, i manifestanti nel centro di Beirut hanno festeggiato sventolando bandiere e lanciando slogan alla notizia delle dimissioni. È a loro che il premier dimissionario si è rivolto nel suo discorso, chiedendo di mantenere “la stabilità e la sicurezza del Paese. I ruoli vanno e vengono, ma la dignità e la sicurezza del Paese sono più importanti”. E per evidenziare il concetto ha citato il padre, Rafiq Hariri, ex primo ministro assassinato nel 2005: “Nessuno è più grande del proprio Paese”.
A portare in strada un milione di persone, secondo quanto riportato dai media locali, era stato l’annuncio di nuove tasse decise dal governo. Presto, agli slogan e agli striscioni si sono affiancati gli scontri fra manifestanti e polizia che nel primo giorno hanno provocato due morti e oltre 60 feriti. In pochi giorni, nonostante il governo del premier Saad Hariri abbia approvato un pacchetto di riforme che, tra le altre cose, bloccava l’introduzione di nuove tasse, le manifestazioni si sono trasformate in proteste antigovernative: “Non lasceremo le strade fin quando non se ne saranno andati tutti questi politici”, si leggeva in alcuni striscioni esposti.
“Ho cercato di trovare una soluzione alla nostra crisi nell’ultimo periodo, di ascoltare le necessità delle persone e di proteggere il Paese dai rischi per la sicurezza e per l’economia, ma ho raggiunto un vicolo cieco“, ha continuato Hariri che poi ha aggiunto: “Abbiamo bisogno di uno shock positivo per risolvere questa crisi”.
Tra le riforme proposte da Hariri, la riduzione del 50% degli stipendi dei ministri, oltre che degli attuali ed ex deputati. Prevista, inoltre, l’abolizione del ministero dell’Informazione e di una serie di altre istituzioni dello Stato. Il primo ministro libanese ha poi proposto la creazione di un panel anti-corruzione e ha promesso che non verranno imposte nuove tasse.