l tentativo di salvarlo ha coinvolto squadre della Protezione Civile e dei Vigili del fuoco, e ha tenuto col fiato sospeso l’intero Paese, coinvolto dalla tragedia nei giorni in cui si celebrava la festività di Diwali, la più sentita in India
Una corsa contro il tempo inutile. È stato recuperato senza vita, questa mattina all’alba, il corpo del piccolo Sujit Wilson, il bimbo di due anni precipitato in un pozzo a Manapparrai, nel distretto indiano di Tiruchirapalli, in Tamil Nadu, quattro giorni fa. Il tentativo di salvarlo ha coinvolto squadre della Protezione Civile e dei Vigili del fuoco, e ha tenuto col fiato sospeso l’intero Paese, coinvolto dalla tragedia nei giorni in cui si celebrava la festività di Diwali, la più sentita in India. I genitori del bimbo, che hanno un altro figlio di sei anni, hanno organizzato un rito funebre al quale hanno partecipato centinaia di persone. Secondo il responsabile della Protezione Civile il bambino sarebbe morto quando è precipitato dall’altezza di dieci metri, dove era incastrato inizialmente, molto più in basso, ed è stato soffocato dai detriti e dal fango che lo hanno ricoperto. Le operazioni sull’area continuano per mettere in sicurezza il pozzo e il tunnel scavato dai soccorritori nel tentativo di salvare il piccolo.
Dopo una serie di tentativi infruttuosi, la Protezione Civile aveva deciso oggi che l’unico modo per salvare Sujit era un progetto ‘folle’: raggiungerlo dall’esterno, attraverso un tunnel in verticale scavato nella roccia che circonda il pozzo. Una strada alternativa e parallela come si tentò di fare a Vermicino tanti anni fa nella tragedia del piccolo Alfredino Rampi. Impossibile raggiungerlo calandosi nel pozzo era stata portata sul posto di una scavatrice dotata di un motore idraulico, capace di perforare anche la roccia più resistente, che però riusciva a procedere solo 9 metri all’ora. Il piccolo è caduto nel pozzo, non più utilizzato, ma lasciato senza copertura ai margini del suo villaggio, mentre giocava col fratellino, di qualche anno più grande, e con altri bambini. In un primo momento è rimasto intrappolato a dieci metri di profondità, poi un tentativo infelice di raggiungerlo con una corda e una sorta di amaca ha fatto crollare una parete e ha trascinato il piccolo in un punto ancora più in basso, probabilmente sul fondo, mentre detriti e terra gli cadevano addosso. Kalairani, la madre di Sujit, è stata seduta a una macchina da cucire per preparare un vestitino nuovo: “Quando riemergerà dal pozzo, per Sujit comincerà una seconda vita. Voglio che abbia qualcosa di nuovo” aveva detto, senza alzare gli occhi dal lavoro.