L’ipotesi su cui i magistrati indagano è di omicidio colposo. Le procure di Palermo e Gela indagano per capire perché sono morti due operai in servizio all’Eni in raffinerie irachene. I due lavoratori sono deceduti all’improvviso per problemi cardiaci. “Parlare di giallo è assolutamente prematuro – dice però il procuratore di Gela Fernando Asaro -. Non sappiamo neppure se i due operai abbiano lavorato insieme”. L’inchiesta sui morti apparentemente sani nasce dalle denunce dei familiari. La notizia era stata anticipata oggi da La Repubblica.

Rosaria Greco, moglie di Filippo Russello, morto a 36 anni 8 giorni fa per un infarto, mentre pedalava con la sua bici sulla Gela-Licatasi, si è rivolta ai pm gelesi. “Voglio conoscere la verità, capire com’è possibile che un uomo di 36 anni, sano e pieno di vita, che faceva palestra, ballo, ciclismo, visitato da tanti medici prima di ottenere il nulla osta per andare a lavorare all’estero possa esser deceduto in un istante”, dice. La vittima lavorava in Iraq, come tecnico nella raffineria di Al Basrah, nella provincia di Bassora. Dopo l’esposto della donna la Procura ha aperto un’inchiesta e ha disposto l’autopsia. La coppia ha una figlia di 10 anni.

Due giorni dopo, un altro tecnico gelese, Gianfranco Di Natale, di 45 anni, anche lui dipendente Eni in Iraq, è morto a Palermo, dopo un mese di ricovero all’Ismett. Era stato portato nel capoluogo siciliano dall’ospedale di Vittoria, città in cui vivono la figlia e il genero. Il referto medico parla di “infiammazione al cuore“. In entrambi i casi si ipotizzano cause naturali. Una verità di cui i familiari non si accontentano. La moglie di Russello ha raccontato ai pm che un terzo operaio in servizio in Iraq avrebbe avuto un ictus e sarebbe stato ricoverato in un ospedale messinese, ma la Procura della città dello Stretto, che sta facendo accertamenti nelle strutture sanitarie, non avrebbe trovato traccia del caso. “Indaghiamo contro ignoti, su richiesta della famiglia – dice il procuratore di Gela, Fernando Asaro – per capire se ci sono responsabilità di terzi”. I pm palermitani hanno disposto il sequestro della cartella clinica di Di Natale. Nel timore, ad oggi non suffragato da alcun elemento, che all’origine del decesso ci siano patologie infettive, sarà un collegio di esperti ad eseguire l’autopsia in un ospedale attrezzato e di massima sicurezza sanitaria.

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