Con un comunicato l'assemblea ha fatto sapere di non voler accettare la proposta della società Sesaab, al comando del gruppo editoriale, che prevede di attivare un contratto di solidarietà del 21%
La proposta è “non ricevibile”. Lo si legge nel comunicato firmato dall’Assemblea della redazione della Provincia di Sondrio, che ha rifiutato l’accordo di accorpamento con la redazione di Como proposto sia alla redazione di Sondrio sia a quella della Provincia di Lecco dalla società Sesaab, di proprietà della diocesi di Bergamo e al comando del gruppo editoriale: “L’Assemblea dei redattori del quotidiano La Provincia ha votato oggi, a larga maggioranza, lo stato di agitazione contro il drastico piano di ristrutturazione annunciato dall’Azienda. Gli amministratori delegati e il capo del personale della società e del gruppo Sesaab hanno presentato al Cdr il progetto di accorpamento delle redazioni di Lecco e Sondrio a quella di Como, così da poter intervenire poi sul costo del lavoro attivando un contratto di solidarietà al 21%”. L’idea di trasferire i redattori da Sondrio a Como è stata respinta per diversi motivi, “a partire dalla considerazione che, così facendo, si costringerebbero di fatto i colleghi a valutare l’ipotesi delle dimissioni, stante i costi e il sacrificio anche personale derivanti da un trasferimento a oltre 110 chilometri dall’attuale sede di lavoro”.
In tutto sono coinvolte 8 persone, in maggioranza donne, che per accettare la proposta dei vertici dovrebbero trasferirsi a Como con uno stipendio ulteriormente ridotto: come si legge nella nota, si passerebbe infatti da un contratto di solidarietà del 10% – già attivo – a uno del del 21%. Da Sondrio, fanno sapere che “il cdr ha immediatamente attivato i contatti con l’Associazione Lombarda dei Giornalisti, con cui il Comitato di Redazione si incontrerà quanto prima”. Infine, specificano che “alla luce dell’esito del confronto con i rappresentanti sindacali, si riserva di presentare una controproposta all’Azienda, nell’ottica di un confronto costruttivo per le testate e il prodotto e, all’esito delle trattative, di valutare – auspicando di non dovervi ricorrere – eventuali azioni di lotta“.