L'uomo, un americano di 46 anni, dopo aver assunto degli antibiotici dopo un infortunio alla mano, ha iniziato ad avere strani comportamenti. La diagnosi arriva tre anni dopo: i medici gli diagnosticano la sindrome della fermentazione intestinale
Sempre con il tasso alcolemico oltre i limiti. E non per qualche birra di troppo, ma per un disturbo raro. Nel linguaggio medico si chiama sindrome della fermentazione intestinale e ne “soffre” un uomo di 46 anni della Carolina del Nord: il suo corpo produce quantità di etanolo tramite fermentazione degli amidi all’interno del sistema digestivo. Uno stato di salute difficile da credere: gli hanno dato del bugiardo anche alcuni agenti che, fermato l’uomo per guida irregolare, hanno riscontrato un livello di alcol nel sangue più del doppio del limite legale. Il 46enne ha spiegato loro di non aver bevuto ma né la polizia né i medici gli hanno creduto. E, invece, stava dicendo proprio la verità.
Tutto ha inizio nel 2011: ha cominciato ad avere problemi di memoria, appannamento mentale, depressione, oltre a un insolito malumore e aggressività dopo aver assunto degli antibiotici per un infortunio alla mano. Sintomi con cui ha dovuto convivere per tre anni fino a quando nel 2014 si è deciso a rivolgersi a un medico che gli ha prescritto dei farmaci antidepressivi. Ma la diagnosi era un’altra: dopo essere stato fermato in presunto stato di ubriachezza, dei test medici hanno rivelato che l’intestino ospitava una colonia di funghi, tra cui Saccharomyces cerevisiae, più comunemente noto come lievito di birra. La cura: farmaci antifungini e dei probiotici per ripristinare i batteri intestinali sani. Nessun effetto collaterale ora, ma il corpo continua a produrre alcool. I medici evidenziano che “questa diagnosi deve essere presa in considerazione in tutti i casi in cui vi siano manifestazioni positive di tossicità ma viene negata l’assunzione di alcol”.