Cosa succederà al Pd in caso di sconfitta in Emilia Romagna? “In Emilia Romagna si vince“. Dopo la sconfitta in Umbria, Nicola Zingaretti non vuole neanche ipotizzare di perdere un’altra “regione rossa”. “L’Emilia Romagna ha un grande presidente, che è Stefano Bonaccini, che raccoglie preferenze trasversali. Questa forza rende quella battaglia politica interessante. Dalla prossima settimana sarò in Emilia Romagna al fianco di Stefano, strada per strada, come si dovrebbe fare”, dice il segretario del Pd in un’intervista a Skytg24. “Se la maggioranza ritrova uno spirito di maggiore concretezza il messaggio arriverà alla gente. Se si resta così è difficile dire che siamo una alternativa possibile. Ora più fatti e meno polemiche”, spiega.
E siccome nel 2020 si tornerà a votare in otto regioni, il segretario del Pd interviene anche sull’ipotesi di nuove alleanze locali con il Movimento 5 stelle. “Ogni regione sceglierà per conto proprio le alleanze migliori. Il tema non è quale sia il destino del Pd o del M5s, ma il destino del Paese: si dovrà trovare l’alleanza giusta per ottenere i risultati”. Una risposta simile a quella di Luigi Di Maio, che oggi incontrerà gli eletti M5s di Calabria ed Emilia Romagna, prime due regioni al voto nel mese di gennaio: “Saranno i territori a decidere, ma sono pronto a scommettere che nessuno mi chiederà di allearci con il Pd dopo il dato umbro”, ha detto il capo politico dei 5 stelle.
“L’alleanza con i M5S la abbiamo scelta con Renzi. Ora si mettono aggettivi che gli italiani non capiscono. Io ho capito che governavamo con questa maggioranza e ne sono convinto, ma questo significa che devono smetterla di fare polemiche tutti i giorni perchè gli italiani non ne possono più. Non si può dire che governiamo insieme ma siamo nemici”, dice invece Zingaretti. Che come Giuseppe Conte ha difeso la tanto contestata foto di Narni, cioè l’istantanea che ha ritratto insieme per la prima volta il segretario del Pd, il capo politico del M5s, il premier e Roberto Speranza. “Non bisogna vergognarsi di farsi vedere insieme che si combatte per il territorio. Io rifarei la campagna elettorale, forse l’avrei iniziata prima, con la stessa passione. Quando c’è una battaglia giusta la si deve fare anche se c’è il rischio di perdere”, continua il segretario dem.
Sul governo, il presidente della Regione Lazio si dice convinto: “Non voglio andare al voto e farò di tutto per dare vita a questo governo”, ma “la maggioranza deve cambiare passo, litigare meno e produrre di più. Serve al Paese, se no non verremo mai riconosciuti come una alternativa credibile alle destre”. “Le parole – continua Zingaretti – non bastano più, le pacche sulle spalle non bastano più. Salvini è stato il più bravo a raccontare i problemi degli italiani, il peggiore a risolverli”. E sul vincitore delle regionali in Umbria aggiunge: “Non abbiamo i milioni di Salvini che non so dove li ha presi e non voglio dirlo io, ma abbiamo tanti militanti“. Il segretario promuove poi il premier: “Conte non era il candidato presidente del Pd e non ha un asse privilegiato con il Pd, io ho un solo asse privilegiato, quello con i cittadini. Ora Conte sta svolgendo il suo lavoro bene, preoccupiamoci più degli italiani e meno dei nostri destini personali, questo verrà premiato dalle persone”.