Il piano industriale presentato da Conad per “il salvataggio” di Auchan prevede 3.105 esuberi a cui vengono offerte “soluzioni occupazionali diverse”, come i ricollocamenti nella rete Conad o reti di terzi, attraverso “un vero e proprio Piano per il Lavoro, inteso come salvaguardia del lavoro e tutela dell’occupazione”. Nella nota di Conad si sostiene di aver messo in sicurezza 13.035 dei 16.140 dipendenti che lavoravano nel gruppo Auchan al momento dell’acquisizione.
Che non sarebbero stati tutti salvi o quasi i 16.000 lavoratori ex Auchan e Sma (circa 500 in provincia di Bergamo) era emerso nel confronto tra sindacati e rappresentanti di Conad al ministero dello Sviluppo economico. Incontro avvenuto nel giorno della mobilitazione, indetta da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uiltucs-Uil, in tutti i negozi di Auchan e Sma, nonché in tutti i punti vendita già oggetto di passaggio di ramo d’azienda verso Conad. “Questa mattina al ministero – si legge in una nota – i sindacati hanno appreso che oltre ai 109 punti vendita e ipermercati già dichiarati come acquisizioni da parte della catena di supermercati, ce ne saranno altri 45 che passeranno a Conad nei prossimi mesi”.
Dal tavolo al Mise, presieduto dalla sottosegretaria Alessandra Todde e dal vice capo di Gabinetto Giorgio Sorial, è emerso anche che gli eventuali esuberi saranno gestiti attraverso gli strumenti del pensionamento e prepensionamento, ricollocazione in Conad, cassa integrazione straordinaria, incentivo alla mobilità e accordi o formule con flessibilità per la salvaguardia occupazionale. Durante la riunione – spiega una nota del Mise – l’azienda ha presentato le linee guida e il cronoprogramma del piano industriale, che darebbe luogo ad una ristrutturazione della rete aziendale con priorità assoluta all’incremento delle vendite, alla sistemazione della rete dei franchising, ad una nuova politica dei prezzi e alla razionalizzazione dei processi interni. I punti vendita oggetto di passaggio saranno denominati “Margherita Distribuzione S.p.A.”, con rilancio del made in Italy attraverso la vendita di prodotti locali. Relativamente ai tempi, l’azienda ha stimato che l’intera operazione si concluderà entro il 31 dicembre 2020. “Il perimetro e i numeri devono essere verificati, c’è quindi bisogno di un lavoro di approfondimento. È necessaria un’interlocuzione a tutti i livelli, da quelli regionali a quelli nazionali, che venga portata avanti attraverso il confronto e la dialettica. L’impatto territoriale è una cosa fondamentale, bisognerà quindi approfondire queste tematiche ad un tavolo con le Regioni”, ha dichiarato Todde.