Gli assalitori - sette minorenni e due maggiorenni - si erano vantati in una chat di Whatsapp dell'aggressione che è costata una prognosi di nove settimane alla vittima
Non era del quartiere e quindi per il branco – sette ragazzini tra i 16 e i 17 anni e due maggiorenni – doveva essere punito. E per questo lo scorso luglio un 19enne è stato vittima a Brusciano (Napoli) di un pestaggio: accerchiato e colpito caschi e cinghie.
Gli assalitori – con qualche precedente, come guida senza patente – si erano vantati in una chat di Whatsapp dell’aggressione che è costata una prognosi di nove settimane alla vittima. Proprio quelle conversazioni ha permesso agli inquirenti di chiedere le misure cautelari. I due maggiorenni sono ai domiciliari, i minorenni in comunità come chiesto dalla procura per i minorenni e dalla procura di Nola.
La vittima, circondata dal branco, aveva tentato la fuga ma era stata inseguita. Solo grazie all’aiuto di una donna del quartiere, che lo aveva fatto rifugiare in casa sua, si è evitato il peggio. Per tutti i reati contestati sono il concorso in lesioni gravi, minaccia grave e danneggiamento, aggravati dall’aver agito in più persone e con l’uso di caschi e cinture per colpire la vittima. Una banda, quella dei giovanissimi del rione ex lege 219, non nuova a violenze del genere: alcuni dei minorenni coinvolti nel pestaggio, infatti, in seguito alle indagini dei carabinieri di Castello di Cisterna sono risultati coinvolti anche in una rissa scoppiata il 25 agosto scorso durante la Festa dei gigli di Brusciano.