Anche in Regno Unito Halloween fa paura, soprattutto all’ambiente: solo i costumi producono duemila tonnellate di plastica, l’equivalente di 83 milioni di bottiglie di Coca Cola, più di una a testa per ogni persona che vive in Uk. Lo dice uno studio – riportato dalla Bbc – svolto dalle due organizzazioni di beneficenza Charities Hubbub e The Fairyland Trust, che hanno esaminato 324 capi d’abbigliamento venduti da 19 piattaforme online al dettaglio, fra cui Amazon, Ebay, H&M e Zara.
Risultato: nell’83% dei casi, il materiale dei vestiti è costituito da plastiche. Il più usato fra queste (69 %) è il poliestere. “È un mercato in espansione, perché il numero delle persone che festeggiano Halloween è in crescita”, ha detto Chris Rose di The Fairyland Trust. Secondo lo studio, sono oltre 30 milioni i britannici che il 31 ottobre decideranno di travestirsi. Spesso si tratta di un giro usa e getta: mentre il 90% delle famiglie prevede di comprarli, ogni anno 7 milioni di costumi finiscono nelle pattumiere inglesi. Il riciclo, poi, è quasi sconosciuto: riguarda solo l’1% dei tessuti d’abbigliamento. Lo dice A New Textiles Economy, una ricerca firmata nel 2017 da MacArthur Foundation.
Tra i materiali senza plastica, il più frequente è il cotone (10%), seguito dalla viscosa (6%). Ma poco cambia: secondo lo studio, se i rivenditori al dettaglio e i produttori non faranno qualcosa per incrementare l’uso di fibre alternative, la situazione non cambierà. È quindi necessario, dicono le organizzazioni, esplicitare con più chiarezza le etichette, dato che molti consumatori non realizzano neanche che materiali come il poliestere sono, di fatto, plastica.
Qualche modo per intervenire c’è. Chi è preoccupato per l’impatto ambientale, ma vuole comunque travestirsi per Halloween, può scegliere di comprare gli abiti dai negozi di beneficenza, ricavare nuovi travestimenti con costumi già esistenti, oppure crearli ex-novo con materiali diversi dalla plastica. Tuttavia, precisa lo studio, senza un atto normativo che limiti l’ingresso della plastica nella catena di approvvigionamento, una soluzione completa al problema sarà difficile da trovare. Secondo The Fairyland Trust, quindi, è necessario eliminare gradualmente le materie plastiche non essenziali dal mercato.
Dal canto suo, il gruppo si muove organizzando The Real Halloween, un evento plastic free dedicato alle famiglie che si è tenuto il 26 e 27 ottobre e che ha incluso una competizione per il più bel travestimento senza plastica. Hubbub, invece, fra le altre cose sta lavorando con il Gruppo parlamentare multipartitico del Regno Unito per dialogare sulla sostenibilità dell’industria della moda: “I rivenditori devono assumersi la responsabilità di offrire, per le feste stagionali, soluzioni che non peggiorino l’impatto ambientale provocato dai rifiuti in plastica, già preoccupante”, ha detto Trewin Restorick, amministratore delegato di Hubbub. Come sottolineano le due organizzazioni, gli stessi rifiuti in plastica in realtà hanno un peso molto maggiore rispetto a quanto emerge dallo studio, perché la ricerca non comprende tutto l’insieme di oggetti (dal packaging ai giocattoli) prodotti appositamente per Halloween.