Secondo l'ultima rilevazione dell'Istituto per Cartabianca su Rai3, in confronto al 22 ottobre scorso, diminuisce la distanza del gradimento tra il presidente del Consiglio e il leader del Carroccio. Sul fronte dei partiti, perdono consensi il M5s e il Pd, ma anche Forza Italia
Cala la fiducia nel premier Giuseppe Conte (dal 43 al 41%); cresce quella in Matteo Salvini (dal 34 al 36%) e in Giorgia Meloni (dal 31 al 32%). Dopo le elezioni in Umbria e la sconfitta della coalizione Pd-M5s, si accorcia la distanza nel gradimento dei leader tra il presidente del Consiglio e il leader del Carroccio. E’ questa la fotografia dell’ultima rilevazione dell’istituto Ixè per Cartabianca (Rai3). In confronto al 22 ottobre scorso, in terza posizione rimane il segretario Pd Nicola Zingaretti che guadagna un punto (dal 25 al 26%), restando però dieci punti dietro il leghista. Quarto Luigi Di Maio stabile al 25%. In coda Silvio Berlusconi che guadagna un punto (dal 21 al 22%) e Matteo Renzi che sale di due punti (dal 12 al 14%).
Per quanto riguarda invece i partiti, la Lega si conferma il primo partito con il 30,9% dei consensi, in crescita dello 0,4 rispetto alle rilevazioni della settimana scorsa. In calo il Partito democratico che passa al 19,5 dal 19,8 e il Movimento 5 stelle che scende al 19,2 dal 20,8. Le regionali umbre danno vantaggio a livello nazionale ai partiti del centrodestra, tranne Fi, e penalizzano la maggioranza di governo tranne Italia viva di Matteo Renzi che dal 3,5 passa al 3,7. Fratelli d’Italia sale al 9,5 dall’8,7 mentre Fi dall’8,1% passa al 7,7. In calo ancora +Europa che passa dal 2,1 all’1.
Infine, alla domanda se la coalizione giallorossa resisterà, il 53 per cento degli intervistati ha dichiarato di no. Solo per il 27 per cento reggerà, mentre il 20% ha risposto di “non sapere”. Interessante notare che i risultati cambiano se si guardano le risposte date dagli elettori M5s o Pd. I più ottimisti sono i 5 stelle: il 60 per cento degli intervistati ha detto di essere sicuro che l’esperienza andrà avanti. Diverse le risposte dei democratici: solo per il 38 per cento degli elettori Pd l’esecutivo riuscirà a durare ancora a lungo.