Un esposto già presentato in prefettura dall’Associazione nazionale partigiani italiani per chiedere di “indagare sui presenti e sullo svolgimento dei fatti”, una querela pronta per essere depositata per denunciare “l’apologia di fascismo” e la richiesta di “dimissioni subito” per il sindaco di Ascoli Piceno, Marco Fioravanti, che però ha preso le distanze dicendo di “non avallare in nessun modo iniziative di questo tipo”. Non è passata inosservata la cena di commemorazione della marcia su Roma organizzata il 28 ottobre dal gruppo locale di Fratelli d’Italia ad Acquasanta Terme, nell’ascolano, in occasione del 97esimo anniversario.

A denunciare per primi quanto successo sono stati proprio i vertici provinciali dell’Anpi, tra cui il presidente di Ascoli Piceno, Pietro Perini. Sotto accusa soprattutto la partecipazione di alcuni rappresentanti della politica locale, tra cui lo stesso primo cittadino ascolano, e il menu “a tema”. Accanto alla lista dei piatti come olive all’ascolana, burrata e funghi porcini, infatti, gli organizzatori hanno scritto sulla carta due slogan di Benito Mussolini, “Camminare e costruire e se necessario combattere e vincere” e “Dio Patria e famiglia”, accompagnati dalla fotografia stilizzata dello stesso Duce. Il tutto corredato da fasci littori e da un’immagine dell’Altare della Patria in copertina. Ma non solo. Anche il luogo scelto è stato considerato “fuori luogo”. Proprio in due frazioni di Acquasanta Terme, Pozza e Umito, l’11 marzo 1944 si consumò uno degli eccidi più famosi dell’entroterra marchigiano: dieci civili, tra cui una bambina, furono buttati giù dal letto in piena notte e crivellati di colpi di mitra dai nazi-fascisti.

“Il fatto si commenta da solo – dice a ilfattoquotidiano.it il presidente dell’Anpi provinciale, Perini –. Assistere ancora oggi a queste celebrazioni, dopo quanto successo nel ventennio, significa solo che non c’è conoscenza dei fatti storici”. “Questi non sono nostalgici, non hanno l’età dei nostri partigiani, ma sono nuove leve”, continua, sottolineando, appunto, di aver già presentato un esposto in prefettura e che questa è già al lavoro per “fare chiarezza sui fatti”. “Poi abbiamo pronta un’altra querela per far aprire un’indagine per apologia di fascismo”, spiega ancora, dicendo che “cose del genere, come chi fa cori razzisti o offende Anna Frank allo stadio, andrebbero punite penalmente”.

Intanto, a tre giorni dall’evento, il primo cittadino di Ascoli, finito nel mirino per la sua partecipazione, ha deciso di rispondere alle critiche, dicendosi estraneo alla vicenda. “Sono stato invitato a un’assemblea di partito. Arrivato sul posto, ho parlato con i presenti delle questioni riguardanti il territorio, in particolare della ricostruzione post sisma – si legge in una nota – Sono andato via dopo pochi minuti e, non avendo partecipato alla cena non ho visto i menu con le foto. Altrimenti sarei andato via subito. Comunque mi scuso e lascerò parlare il buon governo della mia città”. Raggiunto telefonicamente da ilfattoquotidiano.it, Fioravanti ha specificato di essere “a conoscenza del luogo storico”, ma, appunto, di non “sapere nulla di quel menu”. Diversa, invece, la versione ricostruita dall’Anpi. “Fioravanti si deve mettere d’accordo con gli esponenti del suo partito – replica Perini a ilfatto.it – Hanno raccontato una versione diversa della sua presenza ad Acquasanta. Doveva alzarsi e andarsene, se voleva dissociarsi, e invece non lo ha fatto”.

Francesco Acquaroli, deputato marchigiano di FdI ha invece subito preso le distanze: “L’iniziativa non ha nulla a che fare con il partito ed è stata fatta senza essere stata condivisa con noi. Non ne eravamo a conoscenza e ne prendiamo le distanze”. Il caso, comunque, è arrivato anche in Parlamento. Il Partito democratico ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare e il senatore dem, Francesco Verducci, ha già chiesto di condannare quanto successo. “Stare lì, a quella cena, è incompatibile con il rappresentare qualunque città – ha detto Verducci a Palazzo Madama, riferendosi alla presenza di Fioravanti –. E tutti devono condannare quanto è accaduto per il rispetto che si deve alla nostra comunità”.

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